Sono passate cinque settimane dall’avvio ufficiale delle trattative e la saga sulla possible integrazione delle attività dei due colossi tedeschi Deutsche Bank e Commerzbank è ancora lontana dalla sua conclusione. Anzi, sembra sia entrata in una nuova fase.
Parafrasando Don Abbondio pare che “il matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”. Stando alle ultime indiscrezioni stampa, infatti, i timori circa una defezione di massa dei clienti aziendali potrebbero essere troppo grandi per il gruppo bancari numero uno dei Germania. Stanno spaventando Deutsche Bank a tal punto, che la banca potrebbe avere un ripensamento.
L’amministratore delegato di Deutsche Bank Christian Sewing sta dunque studiando un piano B che possa convincere gli investitori ad appoggiare la fusione dei due gruppi. Secondo quanto riportato da Bloomberg le richieste degli investitori sono che se l’operazione con Commerzbank salta, serve un piano per rilanciare gli affari visto il calo dei ricavi atteso.
Deutsche Bank: due piani B possibili se salta fusione con Commerz
Anche se gli investitori stanno chiedendo qualcosa di diverso rispetto alle strategie di rilancio proposte sin qui le due opzioni prese in considerazione – sempre stando alle indiscrezioni riportate dall’agenzia di stampa – difficilmente sorprenderanno i soci azionisti. Le idee di Sweing sarebbero le seguenti:
- un cambio di passo minore, incentrato su un taglio dei costi deciso, focalizzato nel braccio di investment banking del gruppo;
- una revisione più importante della strategia, che includa costi iniziali più elevati.
Nel frattempo il governo di Angela Merkel è combattuto sul da farsi. I Social Democratici, il partito de ministro delle Finanze Olaf Scholz – uno dei ministri più favorevoli all’affare, che spera port alla creazione di un “campione nazionale” a sostegno del settore industriale – si stanno schierando dalla parte dei sindacati delle due banche, che protestano per i 40 mila posti di lavoro a rischio esubero in caso di merger.
Chi critica l’accordo, incluso il fondo sovrano del Qatar, sta tentando di impedire che le due banche uniscano le forse. Stando alle fonti citate dal Financial Times le prospettive di un “attrito lato fatturato” sono la ragione principale per cui Deutsche Bank improvvisamente è meno convinta di firmare.
Consolidamento necessario, ma quali sono i costi?
Tra le altre paure citate dai media ci sono quelle riguardanti i dubbi che nutre la banca sui piani di risparmio dei costi e il rischio di una battaglia per aumentare il capitale per poter finanziare il matrimonio. Deutsche Bank stima una perdita de fatturato come conseguenza della fusione significativamente più elevata rispetto alle previsioni di Commerzbank.
Deutsche Bank e Commerzbank, inoltre, non sono d’accordo su quanti clienti potrebbero abbandonare la nuova banca kolossal se le due società finissero per fondere le attività. Considerando che molte aziende in Germania sono clienti sia dell’una sia dell’altra banca, questo è forse l’ostacolo principale all’accordo che trasformerebbe per sempre lo scenario bancario tedesco e dell’Europa intera.
Per non essere troppo dipendenti da un singolo istituto, molte società tedesche finirebbero probabilmente per trasferire una parte del business in altre società finanziarie concorrenti. Deutsche Bank stima che il risultato sarebbe una perdita dei ricavi del 3,5% circa rispetto al fatturato pro forma complessivo tra le due banche di 33,5 miliardi di euro. Le stime di Commerzbank, riferiscono fonti al Financial Times, sono per una perdita pari alla metà di quella stimata dalla banca rivale.
Le previsioni di Kian Abouhossein, analista di JP Morgan, paiono dare ragione a Commerzbank. Secondo lui il giro d’affari ridurrebbe del 2,5% i ricavi congiunti. Sparirebbero poco meno di 900 milioni di euro da qui al 2021. Mario Draghi ritiene che nel settore bancario in Europa un consolidamento sia necessario, ma la Bce non è favorevole a una fusione di due banche dello stesso paese e preferirebbe invece un accordo internazionale. Il takeover è invece gradito in linea di massima al governo.