Economia

Deutsche Bank: perdita record, più tagli e sospensione dei dividendi

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ROMA (WSI) – La banca più grande in Europa è pronta a eliminare i dividendi per gli anni fiscali 2015 e 2016, a chi detiene le sue azioni ordinarie.

Deutsche Bank ha di fatto approvato nelle ultime ore un piano strategico, battezzato “Strategy 2020”, che si basa sul raggiungimento di alcuni target di bilancio. Nel comunicato diffuso durante la notte, l’istituto – che ha sempre pagato dividendi a partire dalla ricostruzione della Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale – ha reso nota l’intenzione di tornare a distribuire le cedole a partire dall’anno fiscale del 2017.

Questi i principali obiettivi che si prepone di raggiungere.

1) CET 1 Ratio -livello minimo di capitale di qualità primaria che secondo le norme della Bce deve essere superiore all’8% – di almeno 12,5% dalla fine del 2018.

2) Leverage ratio: di almeno il 4,5% alla fine del 2018 e di almeno il 5% alla fine del 2020.

3) Return on Tangible Equity (RoTE), ovvero il ritorno sul capitale tangibile: maggiore del 10% entro il 2018.

4) Costi su base adjusted inferiori a 22 miliardi di euro entro il 2018.

5) Rapporto costi/utili (CIR) -ovvero il rapporto tra i costi gestionali e il margine di intermediazione pari approssimativamente al 70% nel 2018 e approssimativamente al 65% nel 2020.

Previsto il trasferimento di alcune operazioni del Brasile, come il trading sul reddito fisso e sull’azionario – a New York, nell’ambito del vasto piano di ristrutturazione deciso dal co-amministratore delegato John Cryan. (che ha preso il posto di Ansh Jain a luglio). In tutto, il colosso chiuderà la sua attività in 10 paesi, inclusi Messico, Norvegia e Nuova Zelanda. Negli ultimi giorni erano state diffuse anche voci sulla possibilità che Deutsche Bank lasciasse l’Italia, poi smentite.

Prima delle 9 ora italiana, è stato diffuso il bilancio del colosso tedesco, che ha messo in evidenza una maxi perdita nel terzo trimestre pari a 6,01 miliardi di euro rispetto al rosso di 94 milioni nello stesso trimestre dell’anno scorso. Ed è stata diffusa anche la notizia secondo cui i licenziamenti complessivi entro il 2018 colpiranno 26.000 persone circa, dunque più dei 23.000 inizialmente annunciati. Di fatto, stando a quanto riporta Bloomberg, 9.000 posti di lavoro saranno tagliati su base netta, mentre altri lasceranno la banca per effetto della vendita prevista di alcuni asset.

A far sprofondare i conti, gli oneri per vicende giudiziarie e anche l’applicazione di richieste di capitale più severe, che hanno ridotto il valore della sua divisione di investment bank. Tale divisione ha riportato una perdita al lordo delle tasse di 2,73 miliardi di euro.

La divisione di Deutsche Bank che si rivolge ai consumatori e alle piccole imprese ha subito una perdita al lordo delle tasse di 3,63 miliardi, dopo gli utili, nello stesso periodo dello scorso anno, di 328 milioni.

La divisione di gestione degli asset, che sta per essere divisa, ha assistito a un calo degli utili al lordo delle tasse-9% a 263 milioni di euro, al di sotto dei 356 milioni di euro attesi in media, stando a quanto riporta Bloomberg.

Nel trimestre, la banca ha accantonato 1,2 miliardi di euro in riserve legali.

Il fatturato legato alle attività di trading sull’azionario è sceso -19% a 588 milioni di euro, ma il fatturato relativo al trading di debiti e valute – attività che rappresenta la maggiore componente dell’unità di investment bank – è balzato +20% a 1,73 miliardi di euro, al di sopra delle stime, meglio delle attese.

(Lna)