TRANI (WSI) – Una delle più importanti banche tedesche, la Deutsche Bank di Francoforte Sul Meno, è finita sotto indagine da parte della Procura di Trani. L’accusa è di manipolazione di mercato. A finire sotto inchiesta tutto l’ex management del gruppo.
La vicenda risale ai primi tre mesi del 2011 quando avvenne la vendita massiccia, pari a 7 miliardi di euro circa, di titoli di Stato italiani. Alla procura di Trani, il Pm Michele Ruggiero, insospettito dalla cessione ha cominciato ad indagare e insieme alla Fiamme Gialle di Bari nei giorni scorsi ha ordinato il sequestro di atti e mail nella sede milanese dalla banca tedesca. Con l’occasione sono stati ascoltati anche alcuni testimoni, tra cui il responsabile di Deutsche bank Italia, Flavio Valeri, presidente e consigliere delegato del Consiglio di gestione, comunque risultato estraneo alle indagini in corso che riguardano esclusivamente le attività della sede tedesca dell’istituto di credito.
A finire nel registro degli indagati l’ex presidente di Deutsche Bank Josef Ackermann, gli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain eJurgen Fitschen (quest’ultimo è attualmente co-AD uscente della Banca), l’ex capo dell’ufficio rischi Hugo Banziger, e Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board di Deutsche Bank.
E contro chi ha puntato il dito contro la procura di Trani, giudicata incompetente a valutare la vicenda risponde lo stesso Pm che ha seguito le indagini facendosi forte dell’articolo 10 del Codice di procedura penale, secondo cui, in caso di reato commesso interamente all’estero da soggetti stranieri residenti all’estero, la competenza è del pm che per primo ha iscritto la notizia di reato.
Regia tedesca per destabilizzare l’Italia?
La Confedercontribuenti pretende ora di sapere “se esisteva una regia tedesca per destabilizzare finanziariamente il nostro Paese e se la Deutsche Bank di Francoforte sul Meno, oggi indagata per manipolazione di mercato dalla procura di Trani, era lo strumento con cui effettuare questa manovra”. A chiederlo è in una nota il presidente nazionale dell’associazione, Carmelo Finocchiaro.
“Alla pubblicazione del bilancio dei primi sei mesi del 2011 dell’istituto tedesco, gran parte dell’attenzione internazionale si concentrò sulla mossa della banca tedesca di ridurre drasticamente l’esposizione sui titoli di Stato italiani. Lo spread arrivò oltre i 500 punti base (oggi siamo intorno a 130 punti). Un movimento violentissimo dei mercati che portò molti a temere per le sorti delle Finanze del nostro paese”.
“Questa manovra ha alterato la regolare formazione del prezzo di mercato dei titoli di Stato italiani sia nel primo semestre 2011, con una pesante ricaduta sul debito pubblico italiano. “Insomma la regia tedesca puntava, se confermate le notizie trapelate dall’inchiesta, a colpire finanziariamente il nostro Paese e questo oltre che una risposta di natura giudiziaria esige una reazione politica”, conclude Finocchiaro.