Economia

Deutsche Bank: Ue e Italia concordino un “grande affare”

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Che l’Italia possa stabilmente uscire dalla stagnazione con un’espansione del deficit, date le condizioni del debito pubblico e l’adesione all’unione monetaria è una prospettiva illusoria. L’Ue e il governo italiano dovrebbero, al contrario, raggiungere un accordo il cui risultato sia l’abbassamento dei rendimenti sui titoli pubblici italiani, e dunque dello spread. Lo scrive il capo economista di Deutsche Bank, David Folkerts-Landau. Secondo l’economista la strada verso la riduzione del debito italiano dovrebbe passare dall’Esm, il Fondo salva-stati.

“Se l’economia non cresce, allora sarà inevitabile accettare una sostanziale svalutazione del debito italiano. Gli investitori privati non accetteranno volontariamente di posporre i pagamenti sul debito. Pertanto, il Meccanismo europeo di stabilità dovrebbe essere coinvolto, finanziando un riacquisto di parte del debito ad alto rendimento. L’interesse sul prestito ricevuto dall’Esm sarebbe pagato solo quando l’economia italiana avrà raggiunto una maggiore produttività e crescita”, sostiene Folkerts-Landau, intervenuto sul Financial Times.

Il risultato sarebbe un consistente ridimensionamento della spesa per interessi dello stato italiano, cui potrebbe contribuire anche l’attivazione delle Omt da parte della Bce, ovvero gli acquisti emergenziali che Mario Draghi spiegò in occasione del “whatever it takes”. Se la spesa per interessi fosse dimezzata si sbloccherebbero 35 miliardi ogni anno, sostiene l’economista di Deutsche. Ma non sarebbe un accordo senza conseguenze politiche.

“I contorni del ‘grande affare‘ sono i seguenti: l’Italia deve accettare il fatto che miglioramenti duraturi nella crescita non saranno raggiunti senza riforme strutturali. L’Europa, nel frattempo, dovrebbe riconoscere che la soluzione al sovraccarico del debito non è una vera e propria austerità. Se entrambe le parti possono accettarlo, si apre la strada verso una soluzione Esm”, spiega Folkerts-Landau.

Riforme condizionate a una ristrutturazione del debito addolcita dal fondo Salva-stati. Che il governo gialloverde sia pronto ad adottare riforme dolorose per l’incremento della competitività, in cambio dell’aiuto Ue, sembra ancora uno scenario improbabile.