Economia

Di Maio: “DEF coraggioso o M5S non lo vota”, deficit al 2,5%

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Reddito e pensione di cittadinanza da 780 euro mensili arriveranno nelle tasche degli italiani nel 2019, ma in tempi diversi. Lo ha assicurato ieri il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo 5 stelle, Luigi Di Maio, nel corso della registrazione del programma Rai Porta a Porta.

Due punti chiave del programma elettorale a cui il M5S non vuole rinunciare. Tanto che, ieri, secondo quanto apprendono le agenzie da fonti parlamentari, parlando con i ministri M5s, avrebbe detto che il suo partito non voterà la nota al Def non coraggiosa, che non contenga appunto il reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza, quota 100 e il risarcimento dei truffati dalle banche.

“Quello che stiamo facendo nella legge di Bilancio è fare scelte coraggiose”, ha spiegato il ministro dell Sviluppo Economico durante l’intervista con Vespa. “Quando non siamo d’accordo discutiamo e ci facciamo un po’ di opposizione tra di noi, visto che l’opposizione non è granché“, ha ironizzato riferendosi ai contrasti con la Lega. “Alla Lega credo faccia bene stare lontano da Berlusconi perché quando era con Berlusconi stava sotto il 20%”.

A Bruno Vespa che nel corso della registrazione del programma della Rai “Porta a Porta” gli chiede se per il 2019 ci fermeremo alle pensioni di cittadinanza, Di Maio ha risposto:

“No assolutamente, l’unica cosa che faremo sarà forse far partire in modo differenziato pensioni e reddito”.

Il M5s punta a inserire nella legge di Bilancio per il prossimo anno le pensioni di cittadinanza per poi introdurre in primavera, secondo Di Maio “a metà marzo”, il reddito di cittadinanza.

Entrando nel dettaglio del rapporto tra deficit e Pil, Luigi Di Maio, parlando ai microfoni del programma Circo Massimo, condotto da Massimo Giannini con Jean Paul Bellotto su Radio Capital ha detto:

“Non possiamo solo tenere d’occhio i numeri, prima vogliamo soddisfare le esigenze dei cittadini, vediamo cosa possiamo tagliare per poter finanziare le misure promesse”.

Incalzato da Giannini, Di Maio ha detto che il rapporto deficit-Pil sarà sforato oltre l’1,6% ovvero il limite massimo da non superare secondo il ministero del Tesoro. E ha aggiunto, “il tetto del 2% per me non è un tabù”.