Società

DI PIETRO: «I PM NON FARANNO SCONTI
A GERONZI»

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Questa con Antonio Di Pietro doveva essere
una conversazione sulle similitudini tra le attuali
vicende giudiziar-bancarie e la tangentopoli di più
di dieci anni fa. Invece è presto diventata qualcos’altro,
un discorso sul presente e sul futuro più che
sul passato. Infatti l’ex Pm cita Mani pulite in un
solo ragionamento, il seguente: «La tangentopoli
finanziaria è peggio di quella politica perché allora
i reati erano tra virgolette più facili da scoprire.

Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER

Rispetto ai politici questi malfattori qui hanno utilizzato
sistemi più sofisticati di mascheramento
delle prove. È roba così complicata che dalle intercettazioni
viene fuori che persino uno dei protagonisti,
Ricucci, a un certo punto domanda: ma
che so’ ’ste plusvalenze? Nemmeno lui aveva capito
il giro finanziario in cui s’era ficcato».

E così
l’eurodeputato arriva subito a parlare – appunto –
di presente e soprattutto di futuro, di ciò che sta
accadendo e di ciò che secondo lui accadrà.
Sostiene Di Pietro: «Come spesso capita in
questo paese, invece di indignarsi tutti per quanto
avviene dentro il pentolone del malaffare, molti si
indignano per chi alza il coperchio, cioè i magistrati.
Invece di discutere di quello che hanno combinato
Fazio e gli altri si discute sulla legittimità o
meno delle intercettazioni telefoniche, grazie anche
ai cavilli trovati stumentalmente da Marcello
Pera
, cioè della seconda carica dello Stato. Scandaloso
».

Perché per lei è ovvio che siano legittime,
vero? «Guardi,non sono legittime per me ma per
le leggi dello Stato.Attiene ai poteri dell’autorità
giudiziaria disporle, e certo non rappresentano
uno scandalo, anzi. Una volta c’era la rappresentazione
del ladro con la mascherina e dell’investigatore
alla Sherlock Holmes con la lente d’ingrandimento.
Oggi ci sono i ladri senza la mascherina
e la lente d’ingrandimento sono
le intercettazioni, che sono soltanto
un moderno sistema investigativo
per scoprire reati. E se
per fare certe scoperte bisogna
piazzare i microfoni sotto il letto
di Fazio, va bene, mica è un
abuso». Anche spiattellarle sui
giornali «va bene», onorevole?
«Guardi,pure su questo c’è una
grande opera di disinformazione
in atto.Quando c’è un provvedimento
restrittivo, è un dovere
e non un diritto del giudice
per le indagini preliminari motivare la sentenza,
anche per garantire i diritti dei terzi. E nel caso
dell’Antonveneta ci sono gli azionisti, che hanno
il diritto di sapere se ci sono stati baci in fronte
oppure no».

Però ai giornali è arrivato anche altro,
non solo i verbali degli atti giudiziari. «Scusi,
ma che dovrebbero fare i giornali? Devono parlare
di cose serie o pubblicare soltanto le foto dei
matrimoni degli intercettati a Porto Santo Stefano
».Una cosa non esclude l’altra,onorevole.Ma
il punto è un altro. Ovvero, se e come vengono
pre-selezionate le intercettazioni
che finiscono in mano alla
stampa. Chi garantisce che
alcuni nomi non vengano segretati,
omessi,dimenticati? Di
Pietro risponde così: «Senta,
non ci giriamo intorno. Lei
vuole che io parli di Geronzi?
E io lo faccio». E io la ascolto…
«Se dalla Forleo quel nome
non è venuto ancora fuori è
perché i pm stanno cercando,
stanno valutando.

Non è mica intelligenza con nemico. È solo che ci sono al
mondo persone più scaltre, che usano meno il telefono, che
hanno una elevata capacità di muoversi,che se gli fai una perquisizione
gli trovi poco o nulla». Poi l’eurodeputato si accalora
spontaneamente: «Davvero c’è chi pensa che un magistrato
possa scegliere di proteggere questo o quello, di accontentarsi
di aver preso i pesci piccoli invece di quelli grandi?» Difficile
pensare a Fazio come a un «pesce piccolo». Però – sottolinea
Di Pietro – «quando ero Pm se indagavo Romiti pensavo ad
Agnelli, se indagavo Stefanini pensavo a Occhetto e D’Alema.
A Milano stanno facendo lo stesso. Ripeto: se non esce il nome
di Geronzi è perché stanno ancora cercando». E poi «se c’è
qualcuno che sa, corresse a parlare invece di dire che Geronzi
viene salvato apposta. Criticavano anche con me con i comunisti:
Di Pietro protegge questo, Di Pietro protegge quello.
Però poi non è mai venuto nessuno a dirmi niente di niente».

Onorevole, in conclusione. Lei conosce bene l’ambiente del tribunale
di Milano. Come finirà questa storia, emergeranno altri
nomi nelle prossime settimane? «Certo che sì, qui finisce a
schifìo, l’affare puzza doppio. E sa perché? Ognuno vuole fregare
l’altro. La verità è che non esiste una finanza bianca e una
nera, esiste solo una finanza grigia. E se solo non mi fossi dimesso
per il mio senso dello Stato e facessi ancora il Pm…». Di
Pietro non lo sa, ma in un certo senso lo è ancora.

Copyright © Il Riformista per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved