Economia

Dichiara fallimento Gibson, storica azienda di chitarre elettriche

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NEW YORK (WSI) – Non chiuderà né smetterà di produrre chitarre elettriche, ma ci sarà una riorganizzazione necessaria. La Gibson, una delle più famose aziende americane di chitarre elettriche, ha chiesto di far ricorso al capitolo 11 del Codice della Bancarotta degli Stati Uniti, che permette ai morosi di ottenere agevolazioni per ripagare i propri debiti.

La società smantellerà la sua divisione che produce cuffie, casse e altri accessori elettronici e tornerà a concentrarsi sulla sua attività originale, quella delle chitarre elettriche e dei componenti audio professionali, il tutto per cercare di sopravvivere con un fardello di 150 milioni di dollari di debiti che, secondo le stime dei media potrebbero arrivare anche a 500 milioni.

La società fondata nel 1902 e con sede a Nashville, in Tennessee, ha progettato e costruito alcuni dei modelli più famosi di chitarre elettriche di sempre, che hanno fatto la storia della musica rock, usate dai chitarristi celebri in tutto il mondo. Come, ha spiegato il Ceo Henry Juszkiewicz da molti ritenuto responsabile della crisi del marchio:

“Vogliamo concentrarci di nuovo sulle chitarre, quello che è importante è che i cambiamenti non avranno conseguenze percepibili dai nostri consumatori”.

A non funzionare per Gibson sono stati soprattutto alcuni grossi investimenti recenti, come quello che ha portato all’acquisizione della divisione audio di Philips nel 2014, per 135 milioni. La chitarra elettrica in genere non è più uno strumento che attrae i giovani che si danno ad altri generi musicali tanto che oltre alla Gibson, a sentire il peso della crisi è anche la storica rivale  Fender, che ha dovuto rinunciare a quotarsi in borsa nel 2012, e Guitar Center, la più grande catena di negozi di chitarre degli Stati Uniti, che ha accumulato 1,6 miliardi di debiti.