Le accuse mosse dalle autorità Usa a FCA e Renault sui sistemi di controllo delle emissioni inquinanti stanno provocando reazioni anche in Europa e in Italia. Le autorità dell’Unione Europea stanno facendo pressione sul governo italiano perché risponda alle accuse contro la casa italo americana, anche quelle avanzate dalla Germania. A settembre il ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt ha scritto una lettera alla Commissione Ue in cui si chiedeva di indagare sul caso Fiat Chrysler, dopo che le analisi delle autorità tedesche avevano mostrato che il gruppo aveva barato nei test sulle emissioni.
Secondo il governo tedesco FCA ha programmato alcune delle sue auto per superare i controlli sulle emissioni durante i test su strada. Le analisi dell’autorità del settore automobilistico della Germania su diversi modelli FCA, condotte su 50 modelli diesel di più case automobilistiche, mostrano come i sistemi di controllo delle emissioni inquinanti si spegnevano dopo 22 minuti. Questo fatto anomalo, secondo gli autori dei test, dimostra che FCA ha programmato i veicoli per far funzionare i controlli sulle emissioni solo durante i primi 20 minuti dei test.
Il governo italiano, che ha certificato i modelli di FCA per l’uso nei paesi Ue, ha contestato i risultati dei test, sostenendo che i risultati sulle vetture della casa italo americana guidata dall’AD Sergio Marchionne dimostrano che i veicoli rispettano i requisiti sulle emissioni Ue. Per ora FCA si è rifiutata di incontrare il ministero tedesco dei Trasporti per discutere della vicenda. Questo comportamento ha spinto l’anno scorso la Germania a chiedere alla Commissione Europea di intervenire per risolvere la disputa.
La Commissione ha convocato nei suoi uffici i rappresentanti di Germania e Italia il 4 novembre scorso per cercare di mediare e risolvere la crisi. Venerdì l’organo esecutivo europeo ha fatto sapere che si sarebbe messa in contatto con l’EPA sull’inchiesta per verificare se ci sono delle “possibili implicazioni anche per i modelli venduti in Unione Europea”. Marchionne ha difeso l’operato dei suoi dipendenti, sottolineando che i modelli FCA sono in regola e che FCA è pronta a collaborare con le autorità.
Anomalie nella gran parte dei veicoli testati
Nel frattempo Altroconsumo chiede al ministero dei Trasporti di fornire gli esiti delle analisi e test condotte sui modelli FCA. Le emissioni inquinanti sono un problema scomodo per i governi europei, in quanto nell’area la metà delle auto che circola monta motori diesel, una quota molto più alta rispetto al resto del mondo.
Il comportamento finito sotto accusa negli Usa di spegnimento dei sistemi di controllo degli inquinanti in certe condizioni, secondo Altroconsumo, “è plausibile che sia stato montato anche sui modelli in Europa”. Gli studi della KBA tedesca e anche del CNR italiano avevano evidenziato queste anomalie. La differenza è che “negli Usa occorre sempre dichiararlo all’EPA in fase di omologazione”, mentre in Unione Europea “la normativa lacunosa sembra lasciare al costruttore maggiore manovra a riguardo”.
L’organizzazione a tutela dei consumatori sollecita pertanto il ministro dei Trasporti a fornire gli esiti delle analisi e dei test realizzati “per valutare la diffusione del problema su diverse case auto oltre a VW: test promessi pubblicamente a settembre 2015 dal ministro DelRio e dei quali ad oggi non si è saputo nulla. In Francia la Commissione Royal ha prodotto e diffuso nell’aprile del 2016 diversi cicli di test su oltre 52 vetture, tutti brand del mercato, non solo produttori nazionali: Audi, BMW, Citroёn, Dacia, Fiat, Ford, Jeep, Kia, Mercedes, Nissan, Opel, Peugeot, Renault, Toyota, Volkswagen. La gran parte dei veicoli testati, anche Euro6, mostravano anomalie sui livelli di emissioni NOx e CO2″.
Luisa Crisigiovanni, segretario generale di Altroconsumo, puntualizza che l’associazione “più volte” ha denunciato il fatto che “le decisioni adottate negli anni dalla Commissione europea e dagli Stati membri per indebolire il fattore di conformità per le emissioni Nox delle autovetture diesel sono state estremamente insoddisfacenti e questo è il risultato. Oggi, invece, è essenziale che la Commissione e gli Stati membri agiscano con fermezza per restituire la fiducia dei consumatori nel settore automobilistico e nelle istituzioni”.