(9Colonne) – Roma, 5 lug – “Per me il governo può pure cadere”. Lapidario il senatore Lamberto Dini mentre manda a dire a Franco Giordano e a Romano Prodi, dalle pagine de La Stampa che “non c’è solo la sinistra che pone veti, io la cancellazione dello scalone non la voterò mai”. Rispondendo poi alla domanda se sia lui il senatore in uscita dalla maggioranza di governo citato da Berlusconi, Dini spiega: “Io desidero che il governo continui. Abbiamo perso parecchi consensi, per andare avanti dobbiamo rimetterci a lavorare nell’interesse del Paese. Non ascoltare l’estrema sinistra o il ministro Damiano. Non solo io ma un certo numero di senatori non seguirà questa linea. Io sui provvedimenti specifici che non siano nell’interesse del Paese voto contro. Quello di Damiano è un pastrocchio che cancellerebbe la legge Maroni sostituendola con un piccolo scalino che servirebbe solo ad aggravare i conti del Paese negli anni a venire”. Poi il senatore della Margherita fa i conti: “Sa quanto costa l’abolizione dello scalone? Nel 2008, 4,5 miliardi e a regime 10 miliardi l’anno. Una cosa che va a vantaggio di pochi mettendo in difficoltà il bilancio dello Stato e togliendo spazio ad altre cose anche a carattere sociale e caricando costi sulle spalle delle giovani generazioni”. Dini spiega poi cosa pensa di una possibile crisi: “La stabilità del governo è un bene ma non da preservare ad ogni costo se l’azione del governo non mira a tutelare l’interesse generale”.