New York – Goldman Sachs non e’ mai stato trendy nei social media. Almeno fino a questa mattina. Il raro evento si deve all’editoriale fiume scritto da Greg Smith per il New York Times, in cui il dirigente della banca ha annunciato le sue dimissioni.
Il numero uno del business dei derivati azionari in Europa, Medioriente e Africa ha annunciato la decisione nel modo piu’ plateale possibile e lo ha fatto denunciando quello che la societa’ finanziaria e’ diventata.
“Dopo quasi 12 anni nella societa’”, racconta Smith, “il posto e’ diventato tossico e distruttivo”, piu’ che mai. Smith infierisce un duro colpo alla cultura impressa alla dirigenza sotto la gestione Lloyd Blankfein, AD del gruppo, accusato di mettere davanti a tutto, anche ai clienti, il desiderio di fare profitti.
Il manager ha dunque precisato di non poter piu’ rimanere al timone dell’istituto e assumere nuovo personale con la coscienza a posto. L’articolo si chiude con una previsione dai toni caustici, secondo cui la cultura dell’avidita’ e del profitto della dirigenza finira’ per rivoltarsi contro la banca, “minandone la sopravvivenza”.
“L’interesse dei clienti continua ad essere messo in secondo piano in una delle maggiori banche d’affari al mondo. Non posso piu’ identificarmi con quello che rappresenta, senza avere la coscienza sporca”.
Parlando dei bei tempi andati Smith dice: “ho capito che era giunto il momento di andarmene quando ho realizzato che non potevo piu’ guardare gli studeni negli occhi e dire loro che gran bel posto in cui lavorare era Goldman Sachs”.
La chiosa non e’ meno amara: “Sono fermamente convinto che questo calo della fibra morale della societa’ rispecchia la singola principale minaccia alla sua sopravvivenza sul lungo termine”.
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Goldman Sachs non ha ancora ufficialmente risposto alle accuse. Il danno all’immagine recato dall’articolo e’ gia’ molto grave.
La dirigenza dell’istituto finanziario newyorchese deve rassegnarsi all’idea di vedere il suo nome citato su Twitter e Facebook e altri social network, e non per motivi strettamente aziendali o per risultati record trimestrali.
La storia sta facendo il giro del mondo: nel microblog dei cinguettii, l’hashtag “Am Leaving Goldman Sachs” e’ il piu’ popolare negli Stati Uniti, gia’ dalle prime ore dell’alba.