Economia

I dirigenti guadagnano +577% degli operai. Intanto continua la discussione sul salario minimo

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In Italia continua il dibattito sul salario minimo. Ma quanto guadagnano realmente i lavoratori nel nostro paese? Perché è indispensabile pensare ad una retribuzione adeguata, a fronte di un costo della vita sempre più alto?

Il salario minimo può servire ad allineare alcune diseguaglianze tra i lavoratori? Secondo un recente report della Cgia di Mestre i lavoratori dipendenti del settore privato, nel nord Italia, lavorano due mesi in più rispetto a quelli del sud. A questa affermazione si giunge andando a vedere la retribuzione giornaliera, che nel nord Italia risulta essere più alta del 34% rispetto alle regioni meridionali.

Cosa significa tutto questo? Al nord operai ed impiegati sono più stacanovisti e nel sud sono più scansafatiche? No, chi pensa questo è completamente fuori strada: anche nel Mezzogiorno d’Italia si lavora e anche molto. Purtroppo molte ore son fatte in nero: queste ore non possono essere incluse ufficialmente nelle statistiche.

A pesare, anche tra i lavoratori dipendenti, c’è una sorta di concorrenza sleale, che porta a far sì che alcune realtà siano completamente o in parte sconosciute al fisco. E portano a costituire delle retribuzioni molto basse. Se, infatti, queste ultime salissero anche di poco, molte imprese regolari subirebbero un incremento dei costi che, probabilmente, le farebbe scivolare fuori mercato.

Dirigenti: retribuzione superiore del 577% agli operai

Sicuramente ad andare nell’occhio dell’indagine condotta dalla Cgia di Mestre sono le retribuzioni dei dirigenti italiani. Nel 2021 se viene confrontato il loro salario con quello degli operai si scopre che percepiscono il 577% in più.

Mediamente ai dirigenti viene erogata una paga lorda pari a 500 euro al giorno a fronte di 291 giorni di lavoro all’anno, per gli operai la paga lorda è pari a 74 euro per un totale di 219 giorni lavorativi all’anno. Continuando nel confronto, la paga degli impiegati è pari a 97,5 euro, mentre i quadri percepiscono 219 euro. Gli emolumenti che abbiamo appena visto si riferiscono alla singola giornata lavorativa.

Credito ed assicurazioni: i salari più alti

Quali sono i settori nei quali troviamo il salario più alto? Sempre nel 2021, secondo la Cgia di Mestre, le retribuzioni giornaliere più elevate hanno coinvolto i lavoratori dei seguenti comparti:

  • creditizio, finanziario ed assicurativo: 170 euro lordi;
  • estrattivo: 163,5 euro;
  • comparto energia elettrica-gas: 161,3 euro;
  • informazione e comunicazione: 126,4 euro;
  • manifatturiero: 107,2 euro.

Andando a vedere, invece, i lavoratori che risultano essere meno pagati, troviamo quelli impiegati nei seguenti settori:

  • noleggio-agenzie di viaggio e servizi alle imprese: 68,2 euro;
  • addetti al settore ricettivo e alla ristorazione: 56 euro.

Salario: chi e dove si guadagna meno di 9 euro all’ora

Mentre imperversa la discussione sul salario minimo, risulta interessante comprendere quanti siano i lavoratori che guadagnano meno di 9 euro all’ora. Secondo una recente ricerca effettuata dalla Svimez, l’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, sono circa tre milioni i lavoratori con una retribuzione al di sotto dei nove euro. Quasi un milione di queste persone è residente nel Mezzogiorno, dove la loro quota arriva al 25,1% degli occupati dipendenti: stiamo parlando di una persona su quattro.

Due milioni di persone, invece, sono residenti nelle regioni del centro-nord, dove rappresentano il 15,9% dei dipendenti.

Da notare, comunque, che la perdita del potere d’acquisto dei lavoratori si fa sentire soprattutto nel Mezzogiorno. Nel corso del 2022 le retribuzioni lorde in termini reali sono di tre punti più basse rispetto al centro-nord rispetto al 2008. Nel Mezzogiorno la percentuale è di 12 punti.

La discussione sul salario minimo continua

I lavoratori combattono con la perdita del loro potere d’acquisto. Nel frattempo la politica discute sulla necessità di un salario minimo. Ferma e contraria è la posizione di Antonio Tajani, vice premier e Ministro degli Esteri, il quale ritiene che

In Italia non serve il salario minimo. Serve un salario ricco, perché non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio. Dobbiamo realizzare una rivoluzione liberale un tassello al giorno, abbiamo cinque anni per farlo. Ogni decisione di ogni giorno è una tessera del mosaico per la nostra rivoluzione liberale che significa anche maggiore benessere economico per gli italiani. L’obiettivo è questo.

Elly Schlein, segretaria del Pd, ha un’opinione letteralmente opposta. La Schlein ritiene che sia inaccettabile che la destra volti la faccia da un’altra parte. Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha spiegato che

il salario minimo è una misura su cui le opposizioni hanno unito le forze per chiedere che non si scenda sotto i 9 euro l’ora, altrimenti è sfruttamento e non può essere legale. L’emendamento soppressivo non è un dispetto a noi, vuol dire calpestare i diritti di tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che, dai dati Istat, sono poveri anche se lavorano.