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Disallineamento tra realtà e percezione secondo Varaldo (Banca Aletti)

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Mentre preoccupazione e incertezza dominano le scelte degli investitori, i mercati continuano a macinare ottimi risultati. Alessandro Varaldo di Banca Aletti nell’intervista ci racconta come cogliere le opportunità

La distanza tra realtà e percezione sui mercati si sta facendo sempre più consistente. In questo momento i risparmiatori sembrano preoccupati e irrequieti, sentono una crisi economica che nei fatti non c’è, mentre  da svariati mesi le principali asset class stanno offrendo performance positive  agli investitori.

Il contesto attuale.

“Senza ombra di dubbio c’è un disallineamento tra realtà e percezione – esordisce Alessandro Varaldo, amministratore delegato di Banca Aletti, importante realtà del segmento private – Il percorso, perché ormai si tratta di un percorso, è iniziato nel 2020 con il Covid e ha visto un susseguirsi di eventi negativi di carattere generale oltre che di natura economica, che hanno preoccupato i cittadini. Questi eventi hanno creato dubbi e incertezza, e devo dire che anche gli economisti e alcuni addetti ai lavori, non hanno aiutato i risparmiatori a capire quello che stava accadendo sui mercati, nonostante alcuni elementi mostrassero una tendenza economica discreta, come il progressivo ridursi dell’inflazione dai livelli più alti visti l’anno scorso e la buona tenuta degli utili aziendali. Tutto questo combinato con la grande liquidità che c’è in circolazione è il mix perfetto che sta sostenendo la corsa dei mercati”.

La spinta dei mercati.

“L’unica cosa, di cui sentiamo parlare da tanti anni, è l’innalzamento dei budget pubblici e di conseguenza di deficit e indebitamenti dei diversi Stati – evidenzia l’ad di Banca Aletti – che hanno dovuto far fronte prima alla fase durissima del Covid e poi alle crisi geopolitiche internazionali. Questo in qualche modo motiva parte dell’incertezza ma i fondamentali in realtà sono dignitosissimi ed è questo il motivo per cui i titoli finanziari fanno così bene il loro lavoro in questa fase così complessa. I mercati interpretano quello che vedono e anzi lo vedono anche in anticipo rispetto ai risparmiatori”.

Il fattore inflazione.

Nel momento in cui si pianificano degli investimenti bisogna scegliere accuratamente su cosa puntare per battere l’inflazione. E chi guarda solo all’obbligazionario deve farlo con cognizione di causa.

“Bisogna fare educazione finanziaria – spiega Varaldo – perché non c’è ancora la giusta consapevolezza dell’impatto sugli asset di un aumento generalizzato dei tassi e dei prezzi. Il mondo dell’obbligazionario è quello più complicato per la velocità con cui si sono mossi l’inflazione e i tassi d’interesse. Serve un’analisi dei tassi, dei movimenti delle curve, ricordando come l’oscillazione dei tassi nel breve periodo dipenda dalle valutazioni delle banche centrali. Per far fronte all’aumento dei prezzi bisogna diversificare aumentando la componente azionaria sia quotata che non (private equity) nel portafoglio, perché potenzialmente questa asset class cresce di più nel tempo rispetto alle altre. Io lo faccio vedere sempre agli imprenditori, ai risparmiatori. Considerando il livello di inflazione gli mostro quali dovrebbero essere i portafogli che riescono a difendere i capitali restando sopra quel livello”.

L’obbligazionario non basta.

Il n.1 del private banking del Gruppo Banco BPM ci ha fornito la sua ricetta per investire nel contesto attuale: “Oggi per quella che è la dinamica dei tassi d’interesse, la politica monetaria delle banche centrali, l’andamento dei mercati, si può costruire un portafoglio obbligazionario prevalentemente in titoli di Stato con scadenze fino a due anni e denominato in euro. Così si ottiene un portafoglio con un rendimento molto vicino al 4% annuo. Se partiamo da queste basi dobbiamo aggiungere del rendimento per superare il 5% medio dell’inflazione attuale”.

Gli asset da inserire.

“Quindi in coerenza con il profilo di rischio dell’investitore, bisogna inserire quella componente che ha rendimenti attesi potenzialmente più elevati ancorché sia più volatile – chiude Varaldo – L’azionario tende sicuramente ad avere delle fasi di maggiore volatilità. Tuttavia, se le strategie d’investimento sono pianificate bene, in un asse temporale di breve termine, si può raggiungere un rendimento potenziale compreso tra il 7 e l’8%. Facendo la media ponderata tra il 4 e l’8% si supera il livello d’inflazione. A queste componenti vanno aggiunti gli investimenti nei cosiddetti real asset (private equity, private debt, real estate) che registrano performance superiori al resto degli investimenti, orizzonte temporale più lungo, volatilità contenuta. Un ragionamento valido oggi e a maggior ragione a tendere visto che il livello inflattivo è destinato a scendere. Quindi questo è un elemento fondante di una qualsiasi riflessione, ma non è detto che sia sufficiente a convincere gli investitori”.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di settembre del magazine Wall Street Italia.