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Deraglia un treno merci a Firenze. Qual è la situazione dei treni italiani?

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di Pierpaolo Molinengo

È ancora sospesa la circolazione tra Firenze e Bologna, dopo l’incidente ferroviario della scorsa notte nella stazione di Firenze Castello dove un carro del treno merci è uscito dai binari. A quanto si apprende da Trenitalia, i treni Alta velocità, InterCity e regionali possono subire ritardi fino a 180 minuti, instradamenti sul percorso alternativo, cancellazioni e limitazioni di percorso. Ma qual è la situazione dei treni in Italia?

La situazione dei treni in Italia

Il nuovo rapporto Pendolaria 2023, che presenta un’analisi particolarmente critica delle condizioni dei trasporti ferroviari nel nostro paese. Stando ai dati che sono stati raccolti nel periodo compreso tra il 2018 ed il 2022, in Italia sono state rilevate grandi disparità tra il nord e il sud del paese. Ci sono poche linee e spesso sono obsolete. Vi è un limitato numero di treni e dei ritardi infrastrutturali. I finanziamenti per aggiornare la rete ferroviaria sono insufficienti. Per avere un’idea di come si sta muovendo il nostro paese con i trasporti ferroviari, è sufficiente dare uno sguardo alle linee realizzate tra il 2018 ed il 2022:

  • 0,6 km nuovi binari nel 2018;
  • nessun nuovo tratto nel 2019-2020;
  • 1,7 km nuove linee nel 2021;
  • 5,3 km nel 2022 con la prima tratta della M4 di Milano.

Per quanto riguarda, invece, le linee dei tram, queste presentano sempre dei dati negativi, con una media di 2,1 chilometri all’anno. Nel corso degli ultimi tre anni non sono stati aperti dei nuovi tratti. Nel suo rapporto, Legambiente ha segnalato anche le linee peggiori in Italia. Tra queste ci sono:

  • Ex linee Circumvesuviane,
  • Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo,
  • Catania-Caltagirone-Gela,
  • Milano-Mortara,
  • Verona-Rovigo,
  • Rovigo-Chioggia,
  • Genova-Acqui-Asti,
  • Novara-Biella-Santhià,
  • Trento-Bassano Del Grappa,
  • Portomaggiore-Bologna,
  • Bari-Bitritto.

Legambiente spinge sulla necessità di investire le risorse pari a 500 milioni l’anno per migliorare le infrastrutture ferroviarie regionali e 1,5 miliardi l’anno per realizzare linee metropolitane, tranvie, linee suburbane. Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, ha commentato:

“Il processo di riconversione dei trasporti in Italia è fondamentale. Lo è se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e del loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile di oltre un quarto delle emissioni climalteranti italiane che, in valore assoluto, sono addirittura cresciute rispetto al 1990. Per questo è fondamentale invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per la “cura del ferro” del nostro Paese, smettendola di rincorrere inutili opere come il Ponte sullo Stretto di Messina. Occorre investire in servizi, treni moderni, interconnessioni tra i vari mezzi di trasporto e con la mobilità dolce, in linee ferroviarie urbane, suburbane ed extraurbane, potenziando il servizio dei treni regionali e Intercity. Al Ministro Matteo Salvini l’associazione ambientalista chiede di dedicare ai pendolari almeno la stessa attenzione che ha messo in questi mesi per il rilancio dei cantieri delle grandi opere”.