L’età non dovrebbe, almeno formalmente, essere un elemento discriminatorio nella selezione del personale. Nei fatti, uno studio compiuto dall’Università di California Irvine conferma il sospetto che, passata una certa età, le possibilità di assunzione scendano drammaticamente. L’analisi di un caso specifico, basato su un’ampia banca dati, suggerisce che dopo i 40 anni le chance di essere assunti negli Stati Uniti sarebbero dimezzate rispetto alla media di chi si trova al di sotto di tale soglia. Per la precisione le possibilità di assunzione calerebbero fra il 46 e il 65%.
Lo studio si basa sull’analisi di un programma di assunzioni di una nota catena di ristoranti (non nominata nello studio) alla ricerca di lavoratori sia per posizioni a contatto con il pubblico, sia in cucina. Il database della compagnia, bersagliata di una causa legale per discriminazione, comprende 1600 candidature. Il primo step per la selezione consisteva in un test compiuto “alla cieca” ovvero senza che il sistema potesse identificare l’età del candidato. Grazie alla maggiore esperienza, gli over 40 avevano conseguito risultati migliori delle controparti più giovani in questo iniziale passaggio. Alla fine, però, i manager hanno preferito con maggior frequenza i candidati più giovani. Questa discriminazione si osserva in modo più pronunciato per le posizioni a contatto con il pubblico, ma anche per quelle “dietro le quinte”.
“Questo insieme di risultati è fortemente coerente con la discriminazione basata sull’età”, osserva il professor David Neumark, autore della ricerca, “i candidati più anziani sono più qualificati [rispetto a quelli più giovani] in termini di caratteristiche e valutazioni dei candidati utilizzati dalla società nel loro sistema di domanda online”. Eppure, hanno meno chance di essere scelti.
Reinventarsi dopo la mezza età
Per i lavoratori in età matura le leggi americane contro la discriminazione (è vietato domandare l’età nei colloqui, ad esempio) non si sono rivelate molto efficaci a rimuovere la preferenza verso chi è più giovane. Il risultato, andando ad analizzare in modo più ampio il mercato del lavoro americano, è che per gli over 50 è assai più probabile un impiego come libero professionista. Secondo una rilevazione dell’università del Maryland e del W.E. Upjohn Institute for Employment Research circa il 25% degli americani attivi lavorativamente in età compresa fra i 55 e i 59 anni sono autonomi.
Evidenze che suggeriscono che in un mercato del lavoro sempre più flessibile sarà sempre più frequente il passaggio dall’impiego dipendente a forme di lavoro a richiesta, magari coadiuvate da piattaforme di gig working.