Disney ha scioccato tutti con l’annuncio di ieri: ha riconfermato Bob Iger come amministratore delegato, con effetto immediato, dopo che il successore da lui come amministratore delegato, Bob Chapek, è stato preso di mira per la sua gestione. Chapek era stato nominato amministratore delegato nel febbraio 2020, succedendo a Iger, che in precedenza aveva dichiarato che non sarebbe tornato nel ruolo. Chepek era subentrato nel 2020, poco prima che il Covid-19 si diffondesse a livello mondiale e che costringesse Disney alla chiusura dei parchi a tema e impedisse la distribuzione di film nelle sale.
“È con un incredibile senso di gratitudine e umiltà, devo ammettere, un po’ di stupore – che vi scrivo questa sera con la notizia che tornerò alla Walt Disney Company come amministratore delegato”, ha scritto Iger ai dipendenti in un’e-mail. Il “nuovo” ceo aiuterà il consiglio di amministrazione dell’azienda a trovare un nuovo successore, ha dichiarato Disney in un comunicato. Iger ha firmato per lavorare come ceo per due anni.
Le azioni della Disney sono scese di circa il 41% dall’inizio di quest’anno, a partire dalla chiusura di venerdì. Il titolo ha toccato il minimo da 52 settimane il 9 novembre scorso.
Analisi tecnica titolo Walt Disney
Il titolo segna un rialzo del 6,03% al momento della redazione di questo articolo, ma si ritrova chiaramente in un trend ribassista in un’ottica di medio periodo, con i prezzi che sono passati dai 200 dollari toccati ad inizio 2021 ai minimi di periodo testati il 10 novembre in zona 86 dollari.
Per la seduta odierna abbiamo avuto un’apertura all’insegna degli acquisti, con le quotazioni che hanno quasi raggiunto il livello psicologico dei 100 dollari. Dal punto di vista operativo una conferma oltre tali livelli potrebbe aprire la strada per un test sulle resistenze di ottobre 2022 situate sui 107,5-108 dollari. Nel caso in cui anche queste aree dovessero essere violate, si potrebbe avere una prosecuzione del movimento in direzione dei 115 dollari, dove verrebbe chiuso il gap ribassista lasciato aperto il 13 settembre di quest’anno.
Al contrario il mancato superamento dei 100 dollari, ci confermerebbe la debolezza presente sul titolo con possibili ritorni verso i 90 dollari e a seguire i minimi annuali in area 86 dollari. Inutile sottolineare che sotto tali supporti il titolo andrebbe a ritestare i minimi di marzo 202o situati sugli 80 dollari.