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Disoccupazione: l’85% degli studenti americani torna a casa dopo la laurea

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Secondo una ricerca condotta da Twentysomething Inc, una societa’ di marketing con sede a Philadelphia, l’85% dei laureati americani sostiene di dover tornare a casa dopo essersi laureato.

Senza un lavoro nessuno insomma puo’ permettersi di andare via di casa definitivamente. “Questa recessione ha colpito i giovani adulti in modo particolare”, e’ il commento di Rich Morin, senior editor del Pew Research Center a DC.

Se la disoccupazione dei laureati e’ al 15%, in totale, secondo l’economista John Williams dello Shadow States, si aggira intorno al 22%. Nessuno trova lavoro, non solo i neolaureati. Colpa dell’economia americana che non trova spunti per un riequilibrio.

Ogni mese si dovrebbero creare 150000 posti di lavoro solo per mantenere il giusto livello di occupazione/disoccupazione ma questo non sta succedendo. Anche se si aggiungessero 50000 posti di lavoro al mese, il livello di disoccupazione comunque aumenterebbe perche’ c’e’ molta piu’ domanda che offerta lavorativa.

Il livello di disoccupazione sta crescendo perche’ non c’e’ crescita economica e per i neolaureati la situazione e’ ancora peggiore. Non solo non trovano lavoro, ma mettono sotto pressione anche i loro genitori che sono costretti a continuare a pagare le spese legate a casa, alimenti e tutto il resto. Come se non bastasse, dopo il college, gli studenti hanno un debito di $23000 e un laureato medio guadagna $30000 all’anno in una posizione iniziale, quindi si puo’ prevedere un aumento di debiti per gli anni a venire.

Se consideriamo l’universita’ come un bene basato su debiti iniziali (come puo’ essere una casa) in quanto la maggior parte degli studenti paga le tasse universitarie tramite un mutuo, la situazione non e’ sostenibile. Le tasse vengono pagate a rate ma, in questo modo, chiunque puo’ iscriversi al college creando un mutuo ed ovviamente gli iscritti aumentano notevolmente e i prezzi dell’educazione si alzano di gran lunga.

Si puo’ predire comunque una diminuzione dei prezzi non in termini “nominali” ma in termini “reali”. Infatti, in termini “reali”, in confronto a beni come l’oro, l’energia e il cibo soggette a una possibile inflazione, le tasse per il college e per le case vedranno una deflazione e i prezzi si abbasseranno.