ROMA (WSI) – L’ennesima conferma di come il tallone di Achille -uno dei tanti – dell’economia italiana continui a essere il mercato del lavoro. E la speranza che forse si sta assistendo a una lieve ripresa. L’Istat ha reso noto i dati relativi alla disoccupazione in Italia che, in media, è salita nel 2014 al 12,7%, rispetto al 12,1% di un anno prima, e al tasso più elevato dal 1977. L’istituto ha reso noto che in alcune aree della nazione, in modo particolare nel Mezzogiorno, la disoccupazione tocca punte del 20,7%.
Numeri decisamente sconfortanti per i giovani. Nel 2014, il tasso di disoccupazione giovanile, che comprende giovani di età di 15-24 anni, ha registrato un incremento +2,6% al 42,7% (per le giovani donne del Mezzogiorno fino al 58,5%). Si tratta di un altro valore record negativo.
L’Istat ha reso noto anche che, nel 2014, il deficit è stato pari al -3% a fronte del -2,9% del 2013, mentre il debito italiano è salito dal 128,5% del 2013 al 132,1% del Pil, testando il valore record dal 1995, da quando sono state ricostruite le serie storiche.
Ancora, in termini di volume il Pil dello scorso anno ha sofferto una contrazione -0,4%, dopo -1,7% del 2013%. Il Pil in volume è sceso al di sotto del livello registrato nel 2000.
Nel 2014 il valore del Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.616.048 milioni di euro correnti, in crescita dello 0,4% rispetto al 2013. Lo ha comunicato l’Istat.
Come se non bastasse, nel 2014 è aumentata anche la pressione fiscale che, su base complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è stata pari al 43,5%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al 2013.
Tornando al tasso di disoccupazione su base complessiva, da segnalare che l’incidenza della disoccupazione di lunga durata (dodici mesi o più) è salita dal 56,4% del 2013 al 60,7% del 2014. In calo il tasso di disoccupazione per gli stranieri, passato dal 17,2% del 2013 al 16,9% del 2014.
La popolazione inattiva tra 15 e 64 anni è tornata a calare (-233.000 unità, per una variazione su base percentuale -1,6%). Il calo interessa esclusivamente la componente italiana, sia tra gli uomini sia, soprattutto, tra le donne. Alla riduzione degli inattivi non disponibili a lavorare (-503.000 unità) si contrappone la crescita di coloro che cercano lavoro non attivamente o pur non cercando lavoro sono disponibili a lavorare (+293.000 unità).
Tra le ragioni alla base della mancata ricerca del lavoro si mettono in evidenza lo scoraggiamento e l’attesa degli esiti di ricerche in passato (rispettivamente 173.000 e 94.000 persone in più).
Va avanti il calo degli inattivi non interessati a lavorare o ritirati dal lavoro (-372.000 unità), concentrati in nove casi su dieci nella fascia di età tra 55 e 64 anni.
Segnali confortanti arrivano dai dati sull’occupazione. Nella media del 2014, dopo due anni di calo, l’occupazione torna infatti a salire, registrando un incremento di 88.000 unità su base annua, ovvero dello 0,4%; si ha un aumento +0,4% nel Nord, +1,8% nel Centro, ma calo -0,8% -45.000 nel Mezzogiorno. L’occupazione aumenta più per le donne (aumento +0,6%, ovvero +57.000 unità) che per gli uomini (+0,2%, pari a 31.000 unità).
Prosegue però la flessione degli occupati 15-34enni e dei 35-49enni (rispettivamente -148.000 unità e -162.000 unità), mentre aumenta l’occupazione per chi ha almeno 50 anni (+398.000 unità). Il tasso di occupazione del 2014 è stato del 55,7%, +0,2% su base annua.
L’Istat ha comunicato anche i dati della disoccupazione e della occupazione di gennaio. La disoccupazione è scesa al 12,6%, riportandosi ai livelli di un anno fa e confermando il miglioramento per due mesi consecutivi. La disoccupazione è scesa anche per i giovani, con il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), che è sceso al 41,2%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2 punti nei dodici mesi: è dato più basso dall’agosto del 2013, ovvero degli ultimi 17 mesi.
Riguardo all’occupazione, a gennaio gli occupati sono 22 milioni 320 mila, sostanzialmente invariati rispetto a dicembre (+11 mila) ma in aumento dello 0,6% su base annua +131 mila).
I dati vengono commentati subito dall’associazione dei consumatori Codacons: “I dati sulla disoccupazione diffusi oggi dall`Istat, se da un lato vedono timidi segnali di ripresa per il mese di gennaio, sono assolutamente ‘devastanti’ per quanto riguarda il 2014, anno che si è chiuso con un tasso record di disoccupati pari al 12,7%”.
“I numeri sull’occupazione mostrano in modo inequivocabile gli effetti dirompenti della crisi economica sul mercato del lavoro in Italia. Dal periodo pre-crisi ad oggi, infatti, tasso medio di disoccupazione è passato dal 6,1% del 2007 al 12,7% del 2014; il numero di cittadini senza occupazione è quindi più che raddoppiato nell’arco di pochi anni, passando da 1.506.000 disoccupati del 2007 ai 3.236.000 dello scorso anno, ossia 1.730.000 disoccupati in più per effetto della crisi economica”.
“E dall’Istat arriva un preoccupante segnale di allarme per il sud Italia, dove il tasso di disoccupazione raggiunge il 20,7% – afferma il presidente Carlo Rienzi -. Questo significa che nel Mezzogiorno più di un cittadino su 5 non lavora; dati che non hanno bisogno di ulteriori commenti”.