ROMA (WSI) – A settembre, la disoccupazione in Italia è scesa per il terzo mese consecutivo, attestandosi sotto al 12%, all’11,8%. La flessione è stata di 0,1 punti percentuali, contro i -0,5 punti di luglio e -0,1 punti di agosto.
Il tasso di disoccupazione si è attestato così ai minimi dal gennaio del 2013.
I NUMERI
La stima dei disoccupati a settembre è calata dell’1,1% (-35 mila). Nei dodici mesi la disoccupazione ha riportato un calo dell’8,1% (-264 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 1,0 punti.
A diminuire anche la disoccupazione giovanile, con il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, calato al 40,5%, in ribasso di 0,2 punti percentuali da agosto. In un mese ci sono stati 14 mila ragazzi tra i 15 e i 24 anni in meno che hanno cercato un’occupazione. A fronte di questo miglioramento, c’è stato tuttavia anche un calo degli occupati di 11 mila giovani dovuto all’aumento degli inattivi.
Dopo la crescita di luglio (+0,6%) e il calo di agosto (-0,6%), la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni è infatti tornata ad aumentare nell’ultimo mese dello 0,4% (+53 mila persone inattive). Il tasso di inattività, è pari al 35,8%, in aumento di 0,2 punti percentuali. Su base annua l’inattività è in calo dello 0,3% (-39 mila persone inattive) e il tasso di inattività rimane invariato.
Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo luglio-settembre 2015, sono calati sia il tasso di disoccupazione (-0,2 punti) che il tasso di inattività (-0,1 punti). Tuttavia il dato, comunicato dall’Istat, ha messo anche in evidenza che, sempre a settembre, si è fermata la crescita dell’occupazione in Italia.
Dopo il rialzo degli ultimi tre mesi (+0,7%, pari a +166 mila occupati tra giugno e agosto), a settembre 2015 la stima degli occupati è scesa dello 0,2% (-36 mila). Il calo di settembre ha riguardato sia i lavoratori dipendenti (-26 mila) sia gli indipendenti (-10 mila)
Su base annua, tuttavia, l’occupazione è salita dello 0,9% (+192 mila persone occupate), mentre su base trimestrale, rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo luglio-settembre 2015 il tasso di occupazione è aumentato. (+0,2 punti percentuali).
MA CONFESERCENTI ESPRIME CAUTELA
Dai dati Istat di oggi non arriva un segnale univoco e chiaro della ripresa in corso che però si percepisce nella ritrovata fiducia di famiglie ed imprese (…) Siamo dunque in una fase di assestamento che, auspichiamo, preluda ad una ripartenza più decisa della nostra economia”, così ha commentato l’associazione, che si è riferira poi anche al rialzo dell’inflazione.
L’inflazione in lievissima crescita “non è legata ad una diffusa attivazione dei consumi, quanto piuttosto a situazioni specifiche (ortofrutta, energetici). L’inflazione di fondo è stabile da agosto, quella acquisita è ferma a 0,1%.
Quindi siamo abbondantemente sotto la soglia di guardia o di salvezza del 2% auspicata dalla Bce”, ha commentato l’Ufficio Economico di Confesercenti.
IL COMMENTO DI CONFCOMMERCIO
I rischi di deflazione sono quasi del tutto scongiurati e, all’opposto, non si intravedono potenziali accelerazioni dei prezzi tali da mettere in discussione la tenuta del potere d’acquisto delle famiglie consumatrici, ha commentato l’l’Ufficio Studi di Confcommercio, confermando l’indicazione di un’inflazione attorno all’1% nella media del 2016.
Sull’occupazione, si “conferma la debolezza della ripresa in atto”, anche se il dato degli occupati è ancora inferiore al massimo di aprile 2008. “E’ dunque necessario rafforzare il processo di recupero attraverso una politica fiscale più decisa nel tagliare l’eccesso di carico fiscale che grava sulle imprese e sui cittadini italiani”.