Non sembra placarsi la lite a distanza tra il governo e il presidente dell’Inps Tito Boeri. Tutto è partito dal decreto dignità che secondo stime tecniche dell’Istituto nazionale di previdenza sociale porterebbe a una perdita di 8mila posti di lavoro.
Da qui la risposta infuocata dei ministeri del lavoro e dell’economia, guidati rispettivamente da Luigi Di Maio e Giovanni Tria che hanno parlato di un sabotaggio del provvedimento. Nella polemica si è inserito anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini, da sempre critico nei confronti di Boeri che ha chiesto le dimissioni dello stesso.
Ma Di Miao ha corretto il tiro sostenendo che Boeri rimarrà in carico fino a scadenza naturale del suo mandato. Ma nonostante questo il numero uno dell’Inps non ci sta e parla di attacco senza precedenti alle istituzioni. Nel corso di un audizione al Parlamento, carte alla mano Boeri spiega che lo stesso ministero del Lavoro aveva previsto un calo dell’occupazione con il decreto dignità e aveva chiesto all’Inps di stimarla.
“La richiesta di relazione tecnica è arrivata il 2 luglio e l’ufficio legislativo del ministero del Lavoro ha richiesto di stimare la platea dei lavoratori coinvolti al fine di quantificare il minor gettito contributivo derivante dalla contrazione del lavoro a tempo determinato (…) come si evince il ministero aveva già messo in conto una riduzione dell’occupazione a tempo determinato per effetto del decreto”.
Poi Boeri parla di stime dell’Inps addirittura ottimistiche in merito alla perdita dei posti di lavoro e parla di Luigi Di Maio, come colui che “ha perso contatto con la crosta terrestre”.
“Le stime dell’Inps possono apparire addirittura ottimistiche se si tiene conto che ai lavori in somministrazione vengono estese tutte le restrizioni stabilite dal decreto per i contratti a tempo determinato. Io personalmente non sono affatto contrario allo spirito del provvedimento ma questo non mi esime dal fare i conti con la realtà che, spesso, ci impone delle scelte (…) affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico, come ha fatto il ministro Di Maio, significa perdere sempre più contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta. Un esercizio molto pericoloso perché, prima o poi bisognerà spiegare ai cittadini quali sono i vincoli di cui è costellato il mondo reale”.
Boeri poi difende il suo ruolo:
“Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciare l’incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze. Ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale”.