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Doccia fredda dalla Svizzera: no accordo fiscale nel breve

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ROMA (WSI) – La Svizzera gela la promessa elettorale di Silvio Berlusconi di restituire agli italiani i 4 miliardi di euro versati per l’Imu sulla prima casa. Un’operazione che avrebbe dovuto ottenere la copertura finanziaria nei soldi che sarebbero rientrati dalla Confederazione elvetica grazie all’accordo fiscale tra Berna e Roma.

Accordo che, stando al leader del Pdl, si potrebbe concludere in tempi molto brevi: “La restituzioni dei soldi è certissima – ha ribadito proprio questa mattina l’ex premier -. La questione dei soldi non esiste. Parliamo dello 0,5% dei costi dello Stato e poi c’è l’accordo che stiamo trattando con confederazione elvetica”.

A gettare acqua sul fuoco del Cavaliere però ci ha pensato proprio la stessa ministra elvetica delle finanze, Eveline Widmer-Schlumpf, rispondendo ad una lettera della deputata socialista Ada Marra al Parlamento federale. “Ho scritto alla signora Widmer-Schlpumpf, stupita del fatto che i miei colleghi parlamentari non fossero a conoscenza del fatto che già circolassero delle cifre, sull’accordo”, spiega la deputata, riferendosi ai 25/30 miliardi di euro che, nelle intenzioni di Berlusconi, dovrebbero costituire l’ammontare dell’imposta liberatoria, prelevata dalle banche dai conti dei clienti italiani e, quindi, versati all’Agenzia delle entrate.

“Facendo parte della Commissione Economia del legislativo svizzero, ero curiosa di capire chi stesse bluffando, se il nostro Governo o il signor Berlusconi”, dice Ada Marra.

Ieri, nella risposta alla sua lettera, Eveline Widmer-Schlumpf, ha sciolto ogni dubbio. “A causa del periodo elettorale in Italia, considerata l’incertezza sull’esito del voto, al momento è difficile prevedere quando si concluderà il negoziato, iniziato con il Governo Monti”, ha precisato la ministra svizzera finanze.

Per poi aggiungere, raffreddando definitivamente le velleità del Cavaliere, che “comunque, pur ammettendo che l’accordo venga firmato entro la fine di quest’anno, è difficile pensare che possa entrare in vigore, prima del gennaio 2015”.

Ada Marra è soddisfatta della risposta di Eveline Widmer-Schlumpf anche perché, pur non citando mai Berlusconi e i quattrini da lui evocati “ne si deduce un cortese diniego alla fretta dell’ex-premier. A questo punto, inoltre, ho capito che se c’è stato qualcuno che ha bluffato, quello è stato, proprio, Silvio Berlusconi”, conclude la parlamentare socialista elvetica.

A dire il vero, almeno in Svizzera, la maggior parte degli addetti ai lavori ha sorriso quando Berlusconi evocò la possibilità di concludere in fretta e furia l’accordo fiscale, incassare in pochi mesi il cospicuo gruzzolo dell’imposta liberatoria per poter così iniettare nelle casse pubbliche i quattro miliardi restituiti, nel frattempo, come da promessa elettorale, a chi aveva pagato l’Imu sulla prima casa.

“Sogna”, aveva commentato, ad esempio, il parlamentare della destra, Pierre Rusconi, consapevole dei tempi lunghi di cui necessita un accordo di quella portata. Si pensi, ad esempio che, solo nei giorni scorsi, la Gran Bretagna ha ricevuto una prima tranche di 500 milioni di franchi, relativi all’accordo fiscale, siglato con la Confederazione ben più di un anno fa.

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