Economia

Dollaro, corsa portentosa: come 30 anni fa

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NEW YORK (WSI) – Era dal 1984 che il dollaro non guadagnava a questi ritmi. Ma al contrario di allora, non c’è nessuno che potrà fermare il rally della divisa americana.

Trent’anni fa, sempre a settembre e sempre dopo un periodo di rafforzamento record del biglietto verde, gli Stati Uniti erano una potenza mondiale tale da avere le armi per convincere Giappone, Germania, Francia e Regno Unito a un piano cordinato per indebolire il dollaro. Fu così che nacque il Plaza Accord.

Oggi la volontà della Federal Reserve di rialzare i tassi di interesse, in un periodo di misure monetarie accomodanti in tutto il mondo, ha rafforzato ulteriormente il biglietto verde, abbastanza da mettere a rischio inflazione e profitti aziendali.

Il dollaro si trova appena l’8% sotto i massimi di sempre e l’impressione è che eventuali politiche di stretta monetaria possano incrementare i rialzi.

Quando in settimana la banca centrale prenderà la sua decisione sui tassi guid dovrà tenere conto di questi fattori e in particolare del potenziale impatto sui gruppi esportatori statunitensi .

Makoto Utsumi, 81enne ex ministro dell’ambasciata giappone a Washington ai tempi del Plaza Accord e attualmente presidente del Cda di Tokai Tokyo Financial Holdings ha fatto intendere a Bloomberg che i tempi sono cambiati dagli Anni 80.

“La necessità di una collaborazione tra gli Stati non c’è più oggi e non è ben chiaro quale paese eserciti una vera e propria leadership mondiale”.

Rispetto allo yen il dollaro ha guadagnato il 20% in due anni, mentre nello stesso arco di tempo ha fatto un balzo del 17% sull’euro. Mentre da un lato Giappone ed Europa sono nel pieno di un programma di stimolo monetario straordinario, la Federal Reserve sta valutando come uscirne.

Il dollar index della Fed, che misura l’andamento del biglietto verde nei confronti di un paniere di 26 divise rivali che sono anche partner commerciali degli Stati Uniti (vedi grafico a fianco), si à apprezzato del 18% dalla fine del 2013 si avvicina prepotentemente ai massimi raggiungi a febbraio di 13 anni fa.

In due anni l’indice ha visto un incremento del +32%: era dal 1984 che non si vedeva un rialzo così forte.

Fonte: Bloomberg

(DaC)