I dati macroeconomici di ieri hanno condotto il greenback verso una price action poco uniforme. Il greenback si è rafforzato contro l’euro ed il commodity block, ma si è indebolito contro Jpy, Gbp e Chf. Con l’azionario USA in calo, abbiamo notato anche una lieve avversione al rischio sui mercati.
Dopo aver visto miglioramenti per due settimane di fila, i jobless claims hanno deluso le aspettative aumentando di 12k fino a 465k; d’altro canto, i dati sull’immobiliare ed i leading indicators sono usciti migliori del previsto. Oggi escono le vendite di case nuove e gli ordini di beni durevoli. Ma oltre ai report economici, il dollaro continua ad essere influenzato dalla possibilità di avere un QEII a Novembre. A parte il fatto che l’intervento sembra probabile, vorremmo capire di più sulla reale efficacia di un QEII.
L’opinione che esprimiamo da martedì mattina (ossia il limitato successo di un QEII) viene condiviso dall’economista di Harvard, Martin Feldstein che dice “mostrerebbe che la Fed ci tiene all’economia […] ma non cambierà le sorti del paese”. Quindi paragoniamo un ulteriore round di acquisti di attività finanziarie in cambio di liquidità con quello che è avvenuto l’anno scorso: minor tensione sul mercato creditizio, minori rendimenti sull’obbligazionario USA e più stabilità.
La Fed però può solo rendere più fluidi i meccanismi automatici dei mercati. Può pavimentare la strada, ma non la può percorrere da sola.
Nel frattempo, dobbiamo esprimere la nostra sorpresa nel vedere una candela “sospetta” sugli Yen stamani. Il range della notte era basso, attorno a 84,40 e alla rottura del massimo della notte è arrivato un’esplosione che pare essere dovuto a 3 componenti: un numero di ordini in acquisto veramente numerosi sopra 84,50; il fatto che il governatore della BoJ, Shirakawa, potrebbe dimettersi; un piccolo intervento della BoJ.
Del resto, con un Usd così pesante, senza interventi era difficile cambiare la sorte dello Yen. I nostri lettori dovrebbero quindi prestare attenzione al detenere posizioni short in Yen, perché la BoJ è lì che guarda. L’euro invece continua il ritracciamento dopo i report sul PMI non buoni: il rallentamento globale sta agendo anche in Europa anche se ci manteniamo sopra il livello 50, considerato livello di guardia che scinde condizioni di espansione da condizioni di recessione.
Oggi alle 10 esce l’IFO della Germania e quindi occhio all’Euro perché se questo report uscisse peggiore delle attese, vedremo una price action simile a ieri. Inoltre, ci sono anche notizie nuove dall’Irlanda secondo cui Anglo Irish Bank non riuscirebbe a ripagare tutti i prestiti concessi. Ovviamente gli spread sui bond irlandesi si sono già allargati in base alla notizia. Infine guardiamo alla sterlina: continua la salita nonostante i dati macroeconomici non siano di supporto. E’ incontrovertibile che l’economia UK si sta indebolendo; ma come spesso accade, bisogna agire sulla price action, non su quello che crediamo di sapere.
Passiamo come sempre all’analisi tecnica per ricercare spunti interessanti per la giornata conclusiva della settimana. L’eurodollaro, che con la rottura rialzista (a 1.3040) di settimana scorsa della trendline a ribasso di lungo periodo, sembra aver invertito la tendenza di fondo si trova in una situazione di stallo vicino a quello che fino a due giorni fa era il massimo di riferimento, 1.3335.
Se osserviamo un grafico orario possiamo considerare valida, per le prossime ore, la linea di tendenza che congiunge i minimi dal 10 settembre: questa fornisce un’ipotesi di supporto a 1.3250, coincidente peraltro con la media mobile a 100 periodi esponenziale. Nel breve al di sopra di 1.3365 possiamo attenderci ancora una ripresa della pressione rialzista.
Vediamo ora il cambio UsdJpy, dove la candela positiva “sospetta” di un’ora fa cambia le carte in tavola e rende poco chiaro cosa attendersi nel breve. Dobbiamo quindi affidarci a ciò che è più che evidente: in questo caso il livello di supporto statico che si è venuto a creare a 84.30, doppio minimo perfetto degli ultimi due giorni di scambi.
Il cambio EurJpy, in una tendenza laterale/positiva stabile da una settimana a questa parte, potrebbe fornire spunti interessanti su due livelli che si trovano equidistanti dai prezzi attuali: 112.40 come supporto e 114.70 come resistenza.
La flessione del cable delle ultime ore (80 punti da ieri sera) rafforza la nostra idea che in zona 1.5730/40 si trovi una decisa area di resistenza. Fibonacci, con un ritracciamento su grafico a 240 minuti da 1.53 sino proprio a questa area di massimo, suggerisce un primo livello di supporto a 1.5575.
Rimaniamo a parlare di sterlina, ma nei confronti dello yen, per notare come la tendenza di lungo periodo a ribasso sia sempre di attualità anche se spunti rialzisti di giornata possono sempre essere colti. Una buona area di supporto in questo senso è fornita dal livello statico di 131.70 (dove coincidono il minimo del 22 e del 23 settembre scorsi con un massimo del 3) mentre la più forte area di resistenza è data proprio dalla tendenza di lungo, per le prossime ore passante a 135.80.
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