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Dollaro non reagisce più: sintomo che non è più valuta di riferimento dell’economia globale?

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MILANO (WSI) – Continua la tendenza del “nulla di fatto” per quello che riguarda il rilascio dei dati sull’occupazione non agricola degli Stati Uniti.

Pur avendo registrato un importante aumento sui posti di lavoro, suggeriti anche dalle notizie positive sugli States durante tutta la settimana, il biglietto verde non ha avuto la tenacia di violare importanti supporti e non solo.

Dopo il primo e veloce flusso di acquisti abbiamo monitorato il riassorbimento di tutto il movimento con il dollaro che cedeva tutto il terreno conquistato. Alla fine delle contrattazioni i vari prezzi hanno chiuso la seduta tornando sui prezzi di partenza confermando anche la poca volatilità che da un po’ di tempo caratterizza la diffusione dei Non-Farm Payrolls.

E quindi ci troviamo in una situazione dove neppure l’incoraggiante ripresa dell’economia statunitense riesce a ridare vigore alla principale valuta mondiale, sintomo forse che non è più il dollaro il riferimento dell’economia mondiale o forse che, nonostante i progressi d’oltre oceano, gli investitori continuano a preferire un dollaro debole rispetto alle valute europee.

Altra faccenda invece per quello che riguarda il rapporto tra il dollaro e lo yen, bloccato dallo stallo causato dalla debolezza di entrambe le valute.

Per ciò che riguarda l’operatività invece la giornata di venerdì potrebbe aver sancito importanti decisioni per il prossimo futuro anche se, come sempre, non è consigliabile agire precocemente ma, anche a costo di perdere qualche operazione, è preferibile attendere situazioni migliori per fare trading con maggiori percentuali di riuscita.

EURUSD e GBPUSD

L’euro e la sterlina sembrano aver confermato i principali supporti rispettivamente a 1.3800 e 1.6800 che potrebbero rappresentare una buona base di partenza per ripartenze alla ricerca delle resistenze più importanti in area 1.4000 e 1.7000, cifre nette che restituiscono a questi livelli non solo una valenza grafica, ma anche una valenza psicologica di riferimento. Ricordiamo inoltre la correlazione che governa ormai da tempo i due major e che potrebbe aiutare e favorire la possibile operatività su questi strumenti.

AUDUSD

Sempre molto tecnico e piacevole all’analisi grafica l’Aussie si trova oggi in una situazione tecnica molto promettente per quello che riguarda la previsione e potrebbe garantire una buona operazione con buoni profitti. Partiamo come sempre dal grafico daily per osservare correttamente il contesto per poi andare a filtrare ulteriormente i segnali sul grafico a 4 ore, in figura 1.[ARTICLEIMAGE]

Tre mesi quasi esatti di trend rialzista e due cicli bene o male regolari sorretti da una precisa trend line. Il ritracciamento, morbido e fluido, raggiunge il 50% di Fibonacci, dove confluisce anche il supporto a 0.9200 che rappresentando un rounding level garantisce più affidabilità al livello. La pin esegue il preciso test sul supporto e a completare l’elenco dei sintomi di inversione rialzista abbiamo il calo dell’Atr sulla propria zona di minimi e l’incrocio dello stocastico nella zona di iper venduto. Già cosi ci sarebbero abbastanza indicazioni per poter inserire l’ordine di acquisto alla rottura del massimo della candela pin in formazione che avrebbe target importanti in zona 0.9500. Va comunque considerata la nota negativa sorretta dalla resistenza 0.9300 nelle immediate vicinanze.

Cercando però ulteriori indicazioni sul time frame minori si trova un’ultima preziosa indicazione sul grafico a 4 ore. Si veda al riguardo la figura 2.[ARTICLEIMAGE]

La divergenza piuttosto lunga che sta caratterizzando il grafico da diversi giorni rappresenta il rafforzativo importante che conclude l’analisi. In più, su questo time frame, si riesce anche ad individuare precisamente le possibili resistenza che il prezzo andrà a fronteggiare prima di raggiungere il target definitivo, che sono molto utili per andare a gestire il trade durante il suo svolgimento. Sono quindi 0.9340, 0.9390 e 0.9450 circa i punti in cui si dovrà fare attenzione durante il proseguo della transizione.

YEN

Come anticipato precedentemente lo yen vive una fase di stanca dovuta al fatto che nessuno fra gli investitori ha la necessità di intervenire su questa valuta e di conseguenza il prezzo non si muove. Le resistenze importanti si trovano a 103.00 per il rapporto sul dollaro e a 142.00 per quello che riguarda la moneta unica. I prezzi si trovano proprio su questi livelli e nella giornata di venerdì le contrattazioni hanno generato segnali di inversione che potrebbero offrire delle opportunità per chi opera nelle fasi laterali, dato che ci troviamo negli estremi superiori di questo range.

Il target sarebbe ovviamente costituito dagli estremi ribassisti di questi canali che sono 101.00 circa per il biglietto verde e 140.00 per l’euro, garantendo cosi una fascia di 200 pips di movimento per poter fare trading.

USDOLLAR INDEX

Per concludere l’articolo di oggi analizziamo l’indice di riferimento del dollaro per cercare conferme all’ipotesi di debolezza del dollaro generalizzata su tutto il mercato, si veda al riguardo la figura 3.[ARTICLEIMAGE]

Trend marcato ormai da tempo e una breve fase laterale da poco battuta con la formazione di nuovi minimi. Ritracciamento ben oltre il 50% di Fibonacci che raggiunge la quota importante di 10.500 punti, che rappresenta anche i precedenti minimi da poco superati. C’è un po’ di confusione nell’ultima parte di grafico, portata soprattutto dai dati di venerdì, ma la situazione resta importante e anche qui è possibile eseguire l’operazione vendendo alla rottura della forte pin ribassista con stop loss di protezione poco sopra i 10.500 punti.

L’autore Lucas Bruni è analista e formatore di Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Traders’ Magazine – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.