MILANO (WSI) – Ci siamo, il fatidico giorno è arrivato. Questa sera avremo la possibilità di valutare come i mercati andranno a reagire alle comunicazioni che ci verranno regalate dalla Federal reserve americana, che deciderà sui tassi di interesse (che chiaramente rimarranno fermi) e darà, eventualmente, delle indicazioni relative alla tanto attesa e discussa uscita dal Quantitative Easing, che attualmente sta continuando ad iniettare dollari nel sistema, a ritmo di 85 miliardi al mese.
La mancanza di correlazioni stabili
La mancanza di correlazioni stabili ha reso difficile sia l’operatività che l’interpretazione dell’allocazione dei flussi di capitale, che sono rimasti in gran parte parcheggiati in liquidità e che, guardando le borse americane, risultano ancora disposti a ricercare rendimenti anche a costo di acquistare attività legate al rischio anche se esse potrebbero verosimilmente subire degli scossoni ribassisti. Questa sera potremo valutare due sfere interpretative: quella regionale (in senso lato del termine) e quella globale, e le valuteremo in ottica di correlazioni di risk on o risk off. Ci spieghiamo meglio. Nelle ultime giornate abbiamo assistito a movimenti di salita di dollaro nel momento in cui le borse americane tentavano delle discese e a vendite di biglietto verde quando ci trovavamo di fronte alla situazione opposta (al fine di finanziare gli acquisti di rischio). Questi movimenti però si sono limitati alle borse Usa, senza interessare le altre borse globali, il che ci fa capire come il fenomeno possa essere considerato circoscritto alla realtà statunitense. La stessa cosa è accaduta in Giappone, dove lo yen è andato a rafforzarsi di fronte alla discesa del Nikkei, isolata se paragonata alle restanti piazze. Il dollaro americano, inoltre, è andato a muoversi a diverse velocità e direzionalità di breve contro le major, dimostrando di non essere acquistato o venduto all’unisono dagli investitori, che mantengono delle segmentazioni dettate da analisi macroeconomiche o meglio, dalla release di dati macro (pensiamo all’Australia ieri, per esempio).
Il dollaro si muoverà dalla stessa parte contro tutto?
Questa sera avremo la possibilità di valutare se il greenback andrà a muoversi a rialzo o a ribasso a livello globale, con l’unica eccezione che potrebbe essere rappresentata dallo yen giapponese, soprattutto di fronte a situazioni di risk off globali. La cosa importante sarà vedere se il movimento sarà nella stessa direzione delle borse o meno, il che ci darà la possibilità di impostare delle analisi che potrebbero risultare efficaci e di aiuto nella giornata di giovedì, ma soprattutto di venerdì. Avremo modo, tra domani e dopo, di approfondire questo tema, spiegando le potenziali relazioni tra i movimenti di capitale ed il sentiment degli investitori.
QUADRO TECNICO
EurUsd: ll’euro continua la sua fase laterale, alternando tentativi di rotture rialziste e ribassiste, senza riuscire nell’impresa. Rimaniamo sui livelli descritti nelle giornate precedenti. 1.3230 risulta a nostro parere il livello da valutare per eventuali rotture ribassiste più consistenti. Per quanto riguarda eventuali rialzi, continuiamo a seguire con attenzione l’area compresa tra 1.3310 e 1.3330, all’interno della quale potremmo arrivare in fretta in caso di rottura di area 1.3300, ma che fino a quando non superata, non dovrebbe farci considerare la rottura come definitiva (attenzione a possibili frenate in qualsiasi parte del range individuato). I percentili di volatilità sono aumentati anche ieri, ora ci troviamo al 37%, il che significa che la volatilità stimata sulla coppia è vista in aumento (settimana scorsa eravamo al 2%).
UsdJpy: ci troviamo ancora sotto 98.50, area che insieme alla media a 100 potrebbe fungere da resistenza. Buone dunque le possibilità di vendita di dollari, tenendo conto che un superamento di 98.75 potrebbe essere propedeutico al raggiungimento di 98.90, area che se rotta può portare ad accelerazioni verso 99.30. Se dovessimo tornare verso i minimi, crediamo che una rottura di 97.60 diventi necessaria per assistere ad approfondimenti.
EurJpy: situazione simile a quella di UsdJpy per l’EurJpy, che si trova in congestione laterale e che potrebbe tentare delle rotture. Siamo ancora sotto la media a 100 oraria ed in prossimità dei punti precedenti (130.50), il che potrebbe fornire idee di discesa considerando il fatto che una risalita sopra 130.85 potrebbe portare ad accelerazioni oltre 131.00 (30/40 un possibile target). Sotto 129.35 potenziali tentativi di raggiungimento di 128.90.
GbpUsd: perfetta la tenuta delle resistenze tra 1.5350 e 1.5365 vista ieri, che ha contenuto perfettamente il tentativo di risalita suggerito dalla divergenza rialzista oraria. Un ritorno sotto 1.5300 ha fatto aumentare la volatilità con i prezzi in grado di compiere quasi una figura di strada. Siamo ora sotto la media a 21 oraria, che potrebbe, insieme a 1.5250/65 (livelli precedenti), fungere da resistenza. Un ritorno sopra 75 potrebbe riproporre 1.5300, che deve essere superato di almeno 25 punti (dove passano punti precedenti e la media a 100) per farci considerare potenziali rotture definitive.
AudUsd: il superamento dei minimi posti a 0.9050 ha portato ad estensioni verso la figura, ed ora tutta l’area compresa tra questo livello e 0.9075 (media a 21 oraria e livelli) potrebbe risultare una buona resistenza, tenendo conto che un superamento di 0.9100 potrebbe portare a tentativi di risalita verso 0.91 ¼, che se superato di una decina di punti potrebbe riproporre salite verso 0.9185. Attenzione allo Speculative Sentiment Index, lo sbilancio dei trader retail sul lato long di mercato è pari a 4.03, il che significa che l’80% dei trader retail è lungo di australiani, constop sotto i minimi, che se colpiti potrebbero portare i prezzi verso ordini di vendita impostati da chi lavora sulle rotture, che se colpiti potrebbero portare a pesanti evoluzioni negative delle quotazioni.
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