NEW YORK (WSI) – Gli speculatori non sono mai stati così long sul dollaro. E’ quanto fa notare Goldman Sachs, sottolineando come, nel complesso, le posizioni speculative lunghe nette sulla valuta americana siano balzate su base settimanale di 2 miliardi di dollari, attestandosi al record di sempre di $45,7 miliardi.
Reuters sottolinea che è la quinta settimana consecutiva che le posizioni long sul dollaro hanno testato il valore di almeno $40 miliardi, fattore che indica come sia solida al momento la fiducia veerso l’economia degli Stati Uniti e, di conseguenza, sul biglietto verde.
Il Dollar Index continua a inanellare nuovi guadagni, ed è salito +9,4% dall’inizio di quest’anno. Contestualmente, gli speculatori hanno aumentato le posizioni short sull’euro, che si sono attestate a 179.021 contratti, contro i 165.707 della settimana precedente, al massimo dal giugno del 2012.
Indicativo è il grafico reso noto da Bloomberg e commentato da JP Morgan, che considera le posizioni speculative long sul dollaro verso altre valute, stando ai dati CFTC/IMM, ovvero i dati sull’IMM (International Monetary Market – mercato monetario internazionale) che vengono stilati settimanalmente da CFTC (Us Commodity Futures Trading Commission – Commissione Usa di trading sui futures sulle commodities).
JP Morgan tuttavia mette poi a paragone il trend dell’indice Barclay Hedge FX index e dello JPM USD con le speculazioni nette in dollari riportate dalla CFTC (quelle che appunto hanno testato un nuovo massimo storico).
Ne risulta che le posizioni lunghe in dollari da parte degli hedge fund non sono così estreme come quelle rese note dalla Commissione CFTC; quest’ultima esamina di fatto il comportamento di tutti gli speculatori, non solo hedge fund che scommettono sulle valute, ma anche hedge fund macro e gestori e di fondi.
Ciò significa in altre parole che sia gli hedge fund macro e che i gestori dei fondi sembrano essere più ottimisti e più “overweight” (sovrappesati) sul dollaro rispetto ai fondi speculativi specifici che operano sui mercati valutari.
JP Morgan, con questo paragone, conclude dunque che i numeri che arrivano dalla CFTC sono molto estremi e dovrebbero in qualche modo essere diluiti. (Lna)
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