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Donald Trump presidente: i sondaggi lo danno in testa

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NEW YORK (WSI) – In vista del voto del prossimo 8 novembre gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto degli americani rivelano grosse sorprese. Per la prima volta da maggio alcune rilevazioni danno in vantaggio Donald Trump. Secondo quanto reso noto da Reuters-Ipsos, Hillary Clinton è sempre in testa, ma il suo distacco su Donald Trump si è ridotto a cinque punti. Clinton ha infatti il 44% delle preferenze e Trump il 39%.

Un altro sondaggio dell’ABCNews/Washington Post dà il tycoon immobilare addirittura davanti all’ex First Lady, anche se di un solo punto: Donald Trump 46%, Hillary Clinton 45%. È un risultato insperato per il miliardario newyorchese. Non accadeva da mesi.

Inoltre va fatta una considerazione in più: intervistati dai sondaggisti, è possibile che molti americani – come avveniva in Italia per Silvio Berlusconi – si vergognino di dire che voteranno per Trump, che rimane un candidato con una connotazione fortemente anti establishment e privo di esperienza politica.

Gli ultimi sondaggi sono stati realizzati tra il 26 e il 30 ottobre, a cavallo dell’annuncio dell’Fbi delle nuove indagini sulle mail dell’ex segretario di Stato. Le autorità americane infatti hanno iniziato a esaminare le email di Huma Abedin, il braccio destro di Hillary, scaricate su un computer in cui è stato installato un software  capace di velocizzare le operazioni.

 Ma anche per Trump le cose non si mettono benissimo: un nuovo scandalo fiscale potrebbe essere all’orizzonte. Secondo il New York Times, il magnate americano “avrebbe evitato di pagare milioni di dollari di tasse federali, non denunciando i suoi redditi al fisco usando una manovra di elusione fiscale dubbia dal punto di vista legale”.

Passerà alla storia come una delle campagne elettorali più ricche di colpi di scena e scandali quella per le presidenziali americane 2016 dove a contendersi il ruolo di nuovo inquilino della Casa Bianca sono da una parte la democratica Hillary Clinton e dall’altra il repubblicano Donald Trump.

Cosa propone Trump nel suo programma

“Non sono un politico e non ho mai voluto esserlo. Ma quando ho visto che il nostro paese era nei guai sapevo che non potevo stare a guardare a lungo. Ho sentito che dovevo agire”.

Queste le parole del tycoon presentando il suo piano per i primi 100 giorni da presidente, una sorta di “Contratto con l’elettore americano”. In particolare fin dal primo giorno di mandato il magnate newyorchese ha annunciato che perseguirà le seguenti misure:

  • proporre con un emendamento costituzionale un limite temporale alla rielezione di un parlamentare
  • blocco delle assunzioni dei dipendenti federali tranne per le forze armate, la sanità pubblica e polizia
  • istituire un divieto di cinque anni per i dipendenti della Casa Bianca e del Congresso che lasciano il servizio, prima che possano impiegarsi come lobbisti.
  • Ritiro o rinegoziazione del trattato commerciale NAFTA
  • Ritiro degli Stati Uniti dal Ttip
  • Fornire al Segretario al Tesoro le direttive per accusare la Cina di manipolare la sua valuta
  • Togliere le restrizioni che limitano l’estrazione delle riserve energetiche americane
  • Sollevare i blocchi stradali voluti da Obama e Clinton e dar vita a  progetti vitali per le infrastrutture energetiche, come la Keystone Pipeline
  • Annullare i pagamenti per i programmi di cambiamento climatico dell’Onu e usare i soldi per risolvere il problema dell’ acqua e delle infrastrutture ambientali in America.

Dopo queste misure iniziali, Donald Trump ha dichiarato che lavorerà con il Congresso per introdurre le seguenti misure:

  • Sgravi fiscali per la classe media e semplificazione legislativa: Trump ha parlato di un piano economico che mira a far crescere l’economia del 4% all’anno e crei almeno 25 milioni di nuovi posti di lavoro attraverso la riduzione fiscale massiccia e la semplificazione, in combinazione con la riforma del commercio. Le riduzioni fiscali più grandi saranno a beneficio della classe media. Una famiglia di classe media con 2 bambini otterrà una riduzione di imposta del 35%. Le tasse per le imprese saranno abbassate dal 35 al15 per cento.
  • Fine dell’Offshoring Act, la legge che facilita le aziende a delocalizzare la produzione all’estero con nuove tariffe per scoraggiare le imprese dal licenziare i propri lavoratori al fine di trasferirsi in altri paesi e spedire i loro prodotti di nuovo gli Stati Uniti esentasse.
  • American Energy & Infrastructure Act: una nuova legge che stimoli 1 miliardo di dollari di investimenti in infrastrutture per oltre 10 anni grazie al partenariato pubblico-privato e incentivi fiscali.
  •  Scuola: adozione di una nuova legge che reindirizzi i fondi per la pubblica istruzione allo scopo di restituire ai genitori la libertà di scegliere in quali scuole mandare i propri figli.
  • Abolizione dell’Obamacare, la legge di riforma della previdenza sanitaria sostituendola con l’Health Savings Accounts, la possibilità di acquistare l’assicurazione sanitaria fuori dai confini di stato.
  • Legge per cure mediche sostenibili per bambini e anziani: tale legge dovrà permettere ai cittadini americani di dedurre dalla dichiarazione dei redditi le spese sanitarie sostenute per bambini e anziani e al tempo stesso incentivando i datori di lavoro a fornire asili-nido aziendali.
  • Immigrazione: finanziare la costruzione di un muro nel confine meridionale, con l’intesa che sarà il Messico a rimborsarne il costo. Inoltre nel programma del tycoon si prevedono 2 anni di pena obbligatoria minima in prigione per chi rientra illegalmente negli Stati Uniti dopo un’espulsione precedente e 5 anni per chi rientra illegalmente con la fedina penale sporca.
  • Legge sulla sicurezza della comunità riducendo l’aumento del crimine, del traffico di droga e della violenza creando una task force sulla criminalità violenta e aumentando i finanziamenti per la polizia locale
  • Legge anti-corruzione.

Fonte principale: Donald J Trump