BRUXELLES (WSI) – Il Consiglio Europeo ha nominato Donald Tusk, attuale premier polacco, appartenente alla famiglia del Ppe, presidente del Consiglio europeo e dell’Eurosummit. Il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, nominata Alto rappresentante Ue per la Politica estera e la sicurezza. Candidata di Renzi e’ stata votata dai socialisti.
La carica di Alto rappresentante Ue per la Politica estera e la sicurezza, da quando esiste l’Europa non e’ mai servita a nulla. Dovrebbe in teoria corrispondere al ministro degli Esteri dell’Ue, ma notoriamente qualsiasi questione di politica estera riguardante i 28 paesi europei viene decisa da qualche telefonata tra Angela Merkel e François Hollande, o da qualche bilaterale tra Germania e Francia. L’Italia – tra le nazioni fondatrici dell’Ue – potrebbe sperare adesso di avere un ruolo piu’ attivo, per recuperare il declassamento assoluto in tutti i temi di politica estera europea, ma la strada pare in salita (vedere a fondo pagina: chi va alla Farnesina).
”Per noi è una giornata di grande responsabilità e sottolineo e ripeto parola per parola il comunicato di Giorgio Napolitano sul riconoscimento e sul ruolo che l’Italia deve giocare”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi al termine del vertice Ue, conclusosi nella notte, che ha nominato il ministro degli Esteri Federica Mogherini alla carica di Alto Rappresentante Ue per gli Affari esteri.
”Per la scelta di chi verrà dopo ci sono due mesi. Abbiamo tempi abbastanza ampi” ha spiegato Renzi.La nomina di Mogherini, ha continuato il premier, ”è per noi il conferimento di una responsabilità importante. L’Europa che noi vogliamo deve essere qualcosa di più di vincoli e spread, del bilancio e dell’economia. L’Europa che noi vogliamo è a Erbil, nel cuore del Kurdistan, è a Baghdad, nelle alture siriane, in Libia e nella difficile relazione tra Europa e Russia. Ecco perché la politica estera è molto molto importante”.
Inoltre l’indicazione di Mogherini è ”il segno che una nuova generazione di leader europei assume la guida delle istituzioni ed è molto importante per l’idea di Europa che abbiamo”. Renzi si è detto ”felice da un lato per il lavoro che Federica potrà svolgere e dall’altro responsabilizzato, anche a nome dell’Italia, perché una donna competente, giovane, espressione di un partito che ha ottenuto un grande risultato alle ultime elezioni, è chiamata dai capi di Stato e di governo a impegnarsi alla guida della diplomazia europea”.E all’indomani della nomina, domenica mattina presto, arriva il primo tweet di Mogherini: “Al lavoro”.
Mogherini inizierà il nuovo incarico di Alto rappresentante della Ue dal 1° novembre, data legata al completamento delle procedure previste per l’insediamento della nuova Commissione Ue. Come successore all’incarico che fino al 31 ottobre sarà della britannica Catherine Ashton, Mogherini avrà il compito di guidare la politica estera e di sicurezza comune della Ue per i prossimi 5 anni. L’Alto rappresentante è anche vicepresidente della Commissione e partecipa ai lavori del Consiglio europeo.
[ARTICLEIMAGE] Quarantuno anni, romana, sposata e madre di due figlie, Mogherini è ministro degli Esteri da poco più di sei mesi, dal 21 febbraio scorso, ragione per cui, da quando è emersa la sua candidatura, all’inizio dell’estate, molti Paesi non hanno nascosto le loro perplessità per la mancanza di esperienza della titolare della Farnesina. E a queste, nelle settimane scorse, si sono unite le critiche di quanti la considerano troppo filorussa.
Alcuni Paesi, i baltici in testa, l’hanno criticata per la visita a Mosca all’inizio di luglio, la prima da presidente di turno della Ue, visita seguita da una tappa a Kiev.
Ancora negli ultimi due giorni, a mettere in dubbio la sua scelta sono stati il «Financial Times» e «Le Monde», definendola rispettivamente «deludente» e «sbagliata» in un momento di gravi tensioni internazionali, dominate dalla crisi ucraina. Perplessità evidentemente non condivise dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha dato il via libera alla sua nomina, anche se, secondo fonti di stampa, per ottenere in cambio il sostegno del premier Matteo Renzi allo stop alla candidatura del francese Pierre Moscovici a commissario europeo per gli Affari economici.
Laureata in Scienze politiche con una tesi di filosofia politica sul rapporto tra religione e politica nell’Islam, fatta durante l’Erasmus a Aix-en-Provence, in Francia, Mogherini ha iniziato il suo percorso politico nella Sinistra giovanile nel 1996, e nel 2001 è entrata nel Consiglio nazionale dei Ds, poi nella direzione nazionale e nel Comitato Politico.
Nel 2003 ha iniziato a lavorare al dipartimento Esteri dei Ds, prima come responsabile del rapporto con i movimenti, poi come coordinatrice del Dipartimento, e da ultimo come responsabile delle Relazioni internazionali. Negli anni scorsi, ha tenuto le relazioni con il Partito socialista europeo, lavorando all’ingresso del Pd nel Pse avvenuto la scorsa primavera.
[ARTICLEIMAGE] Tra i primi dossier affrontati dalla titolare della Farnesina alla guida della diplomazia italiana c’è stato il caso marò, sul quale, d’intesa con il premier Renzi e con il ministro della Difesa Roberta Pinotti, ha deciso di perseguire la strada dell’internazionalizzazione.
Nelle ultime settimane sono state la crisi in Medio Oriente, da Gaza all’Iraq, dalla Libia alla Siria, e la crisi in Ucraina a monopolizzare la sua attenzione. In Israele e nei Territori è stata a metà luglio, proprio pochi giorni dopo l’avvio dell’offensiva dello Stato ebraico contro la Striscia, dopo essere stata al Cairo, poco dopo la vittoria alle elezioni presidenziali del generale Abdel Fatah Al-Sisi, aprendo la strada alla successiva visita di Renzi all’inizio di agosto, primo premier occidentale nella capitale egiziana dopo l’avvio del nuovo corso.
Ma la sua prima visita da presidente di turno della Ue era stata a Mosca e Kiev, visita seguita da uno strascico di polemiche che di fatto avevano rallentato la sua corsa a “Lady Pesc” al vertice Ue di metà luglio. I Paesi baltici ma non solo l’avevano giudicata troppo “filo-Cremlino”, troppo sbilanciata verso la Russia, ma l’adesione convinta nelle settimane scorse dell’Italia alle nuove sanzioni verso Mosca e il protagonismo delle ultime settimane sulla scena mediorientale della diplomazia italiana hanno fatto cadere molte delle obiezioni. L’accordo sul nome del premier polacco Donald Tusk, rappresentante dei Paesi dell’est europeo, ha fatto il resto per far accettare la sua nomina.
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Chi va alla Farnesina dopo Mogherini
L’annunciato disco verde dell’Europa a Matteo Renzi che riesce a piazzare la ‘sua’ Federica Mogherini come Alto rappresentante della politica estera Ue, rende ora necessario – al di là dell’agostano totonomi – mettere la testa sulla pesante casella che si libera nel governo. Esclusi – al momento – effetti domino, il premier già a partire dalla settimana prossima si concentrerà sulla successione alla Farnesina. Il favorito resta sempre il viceministro Lapo Pistelli perché, con le molte crisi internazionali aperte, sembra prioritario garantire continuità al ministero degli Esteri che, altrimenti, dovrebbe cambiare titolare per la terza volta in un anno. Il premier non ha però fretta anche perchè avrà tempo fino a novembre, quando la nuova commissione entrerà in carica, per decidere chi sarà il nuovo ministro.
Per la scelta varianti e valutazioni sono molte e tra queste, ovviamente, c’è la considerazione del fatto che liberando una casella nel governo si presenterebbe anche l’occasione per un rimpasto più corposo. Il Pd vorrebbe un ridimensionamento di Ncd alla luce del risultato delle europee, ma l’ipotesi che Angelino Alfano possa passare alla Farnesina liberando il ministero degli Interni, viene considerata peregrina dentro la maggioranza.
“Per togliere peso a Ncd – avevano già spiegato a inizio settimana fonti di maggioranza – bisognerebbe passare da tre a due ministeri in quota al partito di Alfano ma non è detto che Renzi voglia aprire fronti di guerra in un autunno che si annuncia già caldo”. C’é poi il tema delle quote rosa, da sempre uno dei pallini del presidente del Consiglio, che del numero di donne nel governo si è sempre fatto un vanto.
Con la partenza in Ue di Mogherini, la presenza femminile si abbasserebbe. E anche se il ministro della Difesa Roberta Pinotti, una delle candidate secondo i rumors, passasse alla Farnesina, non risolverebbe la questione delle quote rosa. Questione che non avrebbe intenzione di risolvere nemmeno il vicesegretario del partito e governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani che ancora oggi ha scandito il suo ‘no’ ad un eventuale ingresso al governo: “Io mi vedo attualmente nelle vesti di presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e nelle vesti di vice-segretario del Pd. E sto bene così”, ha infatti risposto a chi, arrivando alla festa dell’Unita’ di Milano, le chiedeva di un possibile futuro alla Farnesina. Ed è anche per questo che al momento sembra più probabile che Renzi punti a non toccare gli equilibri di governo anche se c’è chi, anche dentro l’esecutivo, spinge per una valutazione più complessiva sulla reale efficacia di alcuni ministeri e ministri.