ROMA (WSI) – L’accordo per salvare Cipro dal baratro è stato raggiunto all’ultimo minuto. Dopo una maratona di 12 ore di trattative nella notte è stata trovata la quadra fra le autorità di Nicosia e i rappresentanti dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale. Verrà sbloccato un finanziamento da 10 miliardi di euro, vitale per le casse dello Stato cipriota.
L’accordo passerà anche per il prelievo forzoso sui depositi bancari presso la maggiore banca dell’isola, ovvero Banks of Cyprus, fatti salvi comunque quelli al di sotto dei 100 mila euro. Una misura che inciderà particolarmente sui capitali esteri presenti nell’isola, nello specifico quelli russi. Inoltre è stato previsto lo scioglimento della seconda maggior banca del paese, la Laiki Bank, che dovrebbe comportare un risparmio di 4,2 miliardi di euro: l’istituto verrà diviso in due, una banca sana e una bad company.
Se da un tweet il presidente cipriota, Nicos Anastasiades, si è detto contento, “questo accordo – ha commentato il presidente del Fmi, Christine Lagarde – è il migliore che potessimo avere per arrivare ad una soluzione solida e sostenibile”. “Abbiamo perso un po’ di tempo, e questo è triste per Cipro, ma senza un bail-in per le due banche, non avrebbe funzionato”, ha fatto eco il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble. Ma al di là delle rassicurazioni la situazione è tutt’altro che sotto controllo.
In una nota diramata ai suoi clienti la banca olandese, Abn Amro, ha fatto sapere che gli investimenti in oro fisico detenuti a Cipro non potranno più essere “estradati” a partire dal prossimo primo aprile. In un passaggio successivo Abn ha assicurato i propri clienti che non c’è ragione per scatenare il panico. “Daremo in modo che i vostri investimenti nei metalli preziosi siano gestiti con oculatezza”, ha messo nero su bianco. Ma nessuna indicazione precisa è stata data. E così i dubbi si amplificano. Al di là della calma apparente, si profila una corsa a prelevare l’oro fisico detenuto nelle banche cipriote?
A questa domanda ha dato una risposta il leader della destra, nonché l’euroscettico del partito inglerse Independence Party (UKPI), Nigel Farage: ha invitato gli inglesi che vivono in Spagna a rientrare in possesso dei loro soldi depositati presso le banche iberiche in previsione di un possibile haircut, proprio dopo il caso cipriota.