Oggi i principali quotidiani finanziari si sono occupati della vicenda Eni – Italgas, dopo l’Opa a €13 lanciata dal cane a sei zampe sulla controllata.
Per il britannico Financial Times “la decisione dell’Eni di pagare la controllata con un premio consistente non è bizzarra”, come potrebbe sembrare a prima vista, perché “con il controllo al 100% della società, per il colosso energetico italiano sarà più facile rimescolare gli asset e uscire dai business regolati da tariffe”.
Per Ft “con questa operazione a pochi giorni dall’acquisto della norvegese Fortum, il numero uno della società Vittorio Mincato ha di fatto “controbilanciato il danno legato al mancato acquisto della Enterprise Oil”.
Come Wall Street Italia aveva anticipato ieri, uno degli scenari possibili individuati dal Financial Times è che Eni possa vendere vende la rete di gasdotti di Italgas all’altra controllata Snam Rete Gas per circa €3,3 miliardi, ricavandone “un flusso di cash netto di €800 milioni”.
Lo sostiene anche il Wall Street Journal Europe, secondo il quale “il valore delle pipelines di Italgas è di €3,5 miliardi”: per il quotidiano statunitense “Italgas potrebbe essere utilizzato nell’operazione di joint venture Union Fenosa (il terzo produttore di elettricità in Spagna) la società dalla quale oggi i vertici di Eni hanno confermato di voler acquistare “il 50% della divisione gas”.
Enel ha invece decisamente smentito “qualunque interesse per la società spagnola”, come invece riportava un sito internet spagnolo. Il titolo Union Fenosa è ancora sospeso per eccesso di rialzo alla borsa di Madrid.
Per contro, prosegue il WSJE, la quota di controllo di Snam “potrebbe essere ridotta per ripagarsi l’operazione Italgas e per limitare la propria quota di controllo del mercato energetico, anche per non andare incontro ad eventuali limitazioni da parte dell’Antitrust”.
Il titolo, dopo le operazioni (Italgas e Fortum), e grazie al rialzo del prezzo del petrolio, potrebbe ripartire. Lo sostiene la banca d’affari Websim.it: “sia l’acquisizione di Italgas che quella della società scandinava – dicono gli esperti – saranno controdiluitive, rispettivamente dell’1,5%, e dello 0,6% sull’utile netto 2003. Gli ultimi dati sulle scorte petrolifere, in netto calo, hanno inoltre spinto ulteriormente al rialzo il prezzo del petrolio, in salita ormai da due settimane: +11%, da $22,7 a $25,1 al barile”.
Per la casa d’investimenti “nonostante il poderoso investimento complessivo ammonti a €3,5 miliardi, Eni ha annunciato che continuerà nel programma di stock option e non modificherà la propria politica di dividendo”. Il broker stima che il rendimento sulla cedola 2002 sarà del 5,4%, quanto basta per spingere Websim.it a confermare la raccomandazione “molto interessante” sul titolo, con un target sul prezzo a €18,3.
Anche dal punto di vista tecnico Websim.it sottolinea che “Eni ha raggiunto importanti livelli di supporto passanti per area €13,6/€13”. Nel breve termine la banca consiglia “acquisti a prezzi di mercato intorno a €13,6, anche se l’upside è limitato al raggiungimento di quota €15,5. Negativo l’eventuale cedimento di quota €12,8 Eu. La tendenza di fondo rimane comunque molto positiva, con un importante supporto tra €16 e €17”.
Secondo l’analisi tecnica di Banca Sella “dopo le discese di settembre e inizio ottobre, il titolo ha trovato un importante supporto a €13,20/€13,25, da dove si è avviato un rimbalzo che ha portato a testare ripetutamente la resistenza a €14,20/€14,40. Il superamento confermato di 14,30, consentirebbe una salita con obiettivi €14,60 e 14,95, dove dovrebbero prevalere nuovamente le vendite”.
Per le prossime sedute, dicono gli esperti del’Ufficio analisi tecnica, è essenziale “la tenuta di €13,85, la cui violazione avvierebbe una discesa verso €13,60, con possibile estensione a €13,20/€13,25. La violazione di questo supporto segnalerebbe un nuovo deterioramento del quadro tecnico, con discesa a testare €12,95/13,00 e quindi i minimi di settembre a €12,78/€12,85.
Oggi, concludono Giorgio Sogliani e Giuliano Sarricchio, è possibile “la salita a testare €14,32, il cui superamento consentirebbe un’estensione verso €14,40 e €14.48.
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