PECHINO (WSI) – E’ stato firmato a Pechino il memorandum d’intesa per la creazione della nuova banca asiatica di investimenti per le infrastrutture, la Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB).
Rappresentanti di ventuno Paesi asiatici si sono ritrovati oggi presso la Grande Sala del Popolo, sede dell’Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese, per siglare il primo passo del nuovo soggetto finanziario.
La super-banca asiatica si concentrera’ sullo sviluppo di strade, collegamenti ferroviari, impianti energetici e di telecomunicazioni nella regione. Dopo la firma del memorandum di oggi, seguira’ la fase di negoziazione degli articoli di accordo, che dovrebbero essere pronti entro la fine del 2015: i Paesi che li firmeranno e ratificheranno diventeranno ufficialmente membri fondatori del nuovo soggetto bancario. La nuova banca regionale avra’ una forte impronta cinese. La Cina ne aveva proposto la creazione lo scorso anno e dovrebbe fornire tutto o gran parte del capitale iniziale di 50 miliardi di dollari, secondo i primi documenti circolati pubblicamente.
Oltre alla Cina, alla cerimonia erano presenti anche rappresentanti di India, Kazakistan, Uzbekistan e di molti Paesi dell’Asia meridionale e del sud-est asiatico, tra cui Bangladesh, Sri Lanka, Nepal, Pakistan, Thailandia, Malaysia, Cambogia e Laos. Alla Great Hall of People, c’erano anche rappresentanti di Filippine e Vietnam, che vivono situazione di tensione con la Cina per le dispute territoriali in corso riguardo alla sovranita’ su alcuni territori del Mare Cinese Meridionale. Assenti, invece, i maggiori alleati degli Stati Uniti nella regione: Corea del Sud, Australia e Giappone.
La super-banca asiatica ha dimensioni ridotte rispetto alla sua rivale diretta, la Asian Development Bank (ADB), con sede a Manila, dominata proprio da Washington e Tokyo, con un capitale di 174 miliardi di dollari, secondo i dati relativi a fine 2013. Pechino punta ad avere una “parte relativamente grande” nel nuovo soggetto finanziario, come di recente dichiarato dal ministro della Finanze cinese, Lou Jiwei. La Cina, aveva pero’ rassicurato il ministro cinese, non punterebbe al controllo totale dell’istituto.
Critico verso la nascita della nuova banca e’ stato ieri il presidente della ADB, Takehiko Nakao, nonostante abbia definito “comprensibile” l’istituzione del nuovo soggetto per il “grande bisogno finanziario della regione”. Tra i dubbi sollevati da Nakao ci sono quelli riguardanti la composizione degli azionisti dell’istituto, l’ubicazione della sua sede centrale e la guida.
La super-banca, ha poi spiegato il presidente della ADB, dovrebbe “aderire agli standard internazionali”. Piu’ morbido, invece il giudizio di Jim Yong Kim, presidente della banca Mondiale, altro organismo in diretta competizione con la nuova AIIB.
“Riteniamo che il bisogno di nuovi investimenti per le infrastrutture sia enorme – ha spiegato ieri a margine del meeting dei ministri finanziari dei Paesi membri dell’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) che si e’ tenuto a Pechino in questi giorni – e riteniamo di potere lavorare molte bene e in cooperazione con qualsiasi nuova banca una volta che sara’ diventata realta’”. Il riferimento di Kim era diretto alla Brics Bank, novita’ dei mesi scorsi del panorama finanziario internazionale.
Durante l’ultimo vertice dei Paesi BRICS (acronimo per Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) che si e’ svolto in Brasile nel luglio scorso, era nata la Brics Bank, che avra’ sede a Shanghai, e un capitale iniziale di cinquanta miliardi di dollari, finanziati equamente dai cinque Paesi, ma che vede la Cina in posizione dominante. La Brics Bank sara’ dotata di un fondo da cento miliardi di dollari, 41 miliardi dei quali provenienti da Pechino. India, Brasile Russia partecipano con 18 miliardi di dollari a testa, e il Sudafrica con i restanti 5 miliardi.