Banca Mediolanum non sarà privatizzata né si procederà a fusioni. A dichiararlo è stato l’amministratore delegato Massimo Doris, nel corso di una lunga intervista all’agenzia Reuters, precisando che tale affermazioni sussistono nonostante il rallentamento dell’economia che ha costretto l’istituto di credito italiano a ridurre il suo obiettivo di raccolta per il 2022. Banca Mediolanum insomma non è in vendita e vuole continuare a crescere da sola, non ha bisogno di capitali ma resta in borsa, perché la quotazione rende più autorevoli e credibili. “Credo – e lo credeva anche mio padre – che essere quotati significhi essere più di un’istituzione, soprattutto per una banca senza filiali come la nostra”, ha detto Doris, la cui famiglia possiede il 40,4% di Banca Mediolanum.
Quest’anno altre ricche famiglie italiane si sono mosse per rilevare altri investitori nelle società che controllano, in particolare i Della Valle, che mirano a delistare Tod’s. I Benetton, nel frattempo, hanno deciso che la privatizzazione di Atlantia è la soluzione migliore per il gruppo di infrastrutture.
Chi è Massimo Doris
Doris ha preso l’azienda in mano nel 2008, azienda che il padre Ennio Doris ha lanciato nel 1982 come rete di consulenti finanziari con il sostegno finanziario dell’amico ed ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi. Mediolanum, che è stata la prima banca italiana a offrire i suoi servizi al telefono, è vista come un interessante obiettivo di acquisizione. L’anno scorso ha respinto una proposta di fusione da parte della banca d’affari Mediobanca, di cui possiede il 3,5%. “Tra cinque anni, vedo Banca Mediolanum ancora indipendente e un po’ più grande”, ha detto Doris.
Dopo anni di crescita stellare, il settore del risparmio gestito italiano ha visto rallentare gli afflussi a causa dei timori di recessione e inflazione che agitano i mercati finanziari. Nei primi sette mesi, la raccolta di Banca Mediolanum nel risparmio gestito più redditizio è scesa del 19% rispetto all’anno precedente, a fronte di un calo del 61% per un gruppo di pari livello composto dalla rivale Fideuram, FinecoBank, Banca Generali e Azimut. Mediolanum prevede per il 2022 una raccolta di risparmio gestito di circa 5,5 miliardi di euro per Italia e Spagna, in calo rispetto alla precedente stima di 6 miliardi di euro, ha dichiarato Doris.
Tuttavia, l’aumento dei tassi d’interesse porterà il margine d’interesse al di sopra dell’obiettivo iniziale di 340 milioni di euro, a 390 milioni nel 2022, per poi salire ulteriormente a 600 milioni nel 2023, ha aggiunto Doris. Mediolanum, che dal 1° gennaio è sotto la supervisione della Banca Centrale Europea (Bce), sta inoltre valutando la possibilità di lanciare un’obbligazione senior. “Vogliamo ottenere un ulteriore margine di manovra senza incidere sui dividendi”, ha detto Doris. Mediolanum si è impegnata ad aumentare i dividendi di due centesimi all’anno e punta a pagare 48 centesimi per azione sugli utili del 2022.
Chi è Banca Mediolanum
Nel 1982 la banca si chiamava Programma Italia ed era posseduta a metà con la Fininvest di Berlusconi. E’ nata così la prima realtà che offre consulenza globale nel settore del risparmio in Italia.
Nel 1997 ha deciso di occuparsi del risparmio in modo completo diventando Banca Mediolanum, la prima banca online, quotata in Borsa, e che ha creato la figura del family banker.
Nel giugno del 1996 l’azienda è stata quotata a Piazza Affari ed è entrata a far parte dell’indice Mib 30 a partire dal 1998. Nel maggio del 1997 è nata la nuova Banca Mediolanum, con Ennio Doris come presidente.
Per lungo tempo Doris è stato anche il testimonial pubblicitario della banca, con l’idea di rafforzarne e trasmetterne il senso di fiducia e trasparenza. Nel 2002 Doris è stato nominato Cavaliere del Lavoro.
Ennio Doris è mancato lo scorso novembre all’età di 81 anni, lasciando Banca Mediolanum con in dote una rete di oltre 5.600 family banker, 3.140 dipendenti e una capitalizzazione di borsa della società di 6,5 miliardi di euro.
Banca Mediolanum è tra i 40 costituenti del nuovo indice MIB ESG, lanciato in ottobre 2021 da Euronext e Borsa Italiana.