ROMA (WSI) – Il caso Stamina riguarda la storia di una presunta cura miracolosa: l’infusione di cellule staminali prelevate dallo stesso paziente e coltivate in laboratorio.
Secondo la Procura di Torino però si tratta di una truffa: una truffa molto pericolosa, priva di alcun riscontro medico, dove viene messa in gioco la speranza di migliaia ammalati.
Il caso si apre nel 2009 dopo che, a inizio dicembre, Claudio Fonte, un pensionato di Torino malato di Parkinson, un uomo sportivo, che amava camminare, andare in montagna e giocare a tennis, si rivolse al Professor Davide Vannoni, presidente di Stamina, come ultima spiaggia per risolvere la propria malattia. Il paziente però è morto pochi giorni dopo il trattamento a seguito di convulsioni, deliri e 41 mila euro di spese e, non ultimo, con la consapevolezza di essere stato preso in giro.
E’ proprio così che viene scoperto lo scantinato in Via Giolitti del professor Vannoni, che ufficialmente si occupa di ricerche di mercato, ma che in realtà ospita due biologi ucraini e riceve pazienti, pur non essendo un dottore. A tutti mostra il video di un ballerino paralizzato che dopo la cura si rialza e ricomincia a danzare.
E’ di tutto questo che si occupa l’indagine condotta dai carabinieri del Nas e coordinata dal procuratore Raffaele Guariniello. Obiettivo stesso dell’indagine è quello di scoprire come questa cura clandestina sia riuscita a prendere piede, passando per cliniche private e centri estetici di San Marino, portando a 60 il numero di pazienti truffati, e scatenando manifestazioni di piazza e ricorsi al Tar, fino ad arrivare alla sperimentazione all’ospedale di Brescia.
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