Società

Dove va l’Italia, se i padroni prevedono rivolte sociali?

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S. MARGHERITA LIGURE (WSI) – Rischio rivolta? “Discorso serio. Non avere crescita ne’ opportunita’ di lavoro per i giovani, comporta un rischio di tenuta per il sistema sociale”, dice Giorgio Squinzi, il presidente di Confindustria. Imprenditori in piazza? “Penso che nelle piazze scenderanno coloro che non hanno lavoro, che non vedono opportunita’ per il loro futuro. Dobbiamo evitarlo”. (ANSA)

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Ecco il testo dell’intervento di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, al convegno di Santa Margherita Ligure dei Giovani Industriali, pubblicato dal sito del quotidiano confindustriale:

Confindustria in pressing sul Governo perché passi – in fretta – dalle parole ai fatti, dagli annunci alle riforme concrete, sui molti fronti aperti della crisi, come l’occupazione giovanile e il taglio del cuneso fiscale sul lavoro per il quale comunque la «la coperta resta corta». Il nuovo Governo, «l’unico possibile in questo momento», spiega il leader degli industriali Giorgio Squinzi, parlando al convegno dei giovani di viale dell’Astronomia, deve avere «il tempo per lavorare» anche se «dobbiamo tallonarlo, stimolarlo, pungolarlo». Tra le prime cose da fare, la legge elettorale, che deve precedere le altre riforme costituzionali in cantiere.

Segnali positivi, ma governo “sorvegliato speciale”

L’esecutivo «sta facendo l’inventario dei problemi e delle risorse disponibili per affrontarli. Diamogli il tempo di lavorare. Credo che sicuramente sarà capace di prendere decisioni decisive. Noi continueremo a tallonarlo. Abbiamo già dato qualche segnale – ha concluso Squinzi – perché le prime decisioni sono state prese appropriandosi di fondi che non era giusto toccare. Li sorveglieremo da vicino».

Decrescita felice proposta da M5S? Non puo’ essere obiettivo del paese

Nel suo intervento dal palco, Squinzi “apre” ad alcuni spetti della piattaforma dei grillini, ma non all’idea che l’Italia debba arrivare ad una “decrescita felice”: «Su alcune proposte siamo piu’ d’accordo,….su questa meno». Tra gli applausi della platea, il leader di Confindustria, invita a «rispettare tutte le opinioni democraticamente», convinto però che sul tema della decrescita «alla fine la saggezza degli italiani come elettori emergerà. E’ solo questione di tempo», ricorda, perchè la “decrescita felice” «non puo’ essere l’obiettivo del nostro paese».

“Rivolta” dei giovani imprenditori da non sottovalutare

Riferendosi alla “rivolta” dei giovani imprenditori, tema centrale del convegno di S. Margherita, Squinzi ha messo in guardia dalle sottovalutazioni: é «un discorso serio perché non avere la crescita, non avere opportunità di lavoro per i giovani evidentemente comporta un rischio di tenuta per il sistema sociale del paese». Quanto all’idea di vedere presto gli imprenditori in piazza, Squinzi ha spiegato che a scendere nelle piazze saranno «coloro che non hanno il lavoro e che non vedono opportunità per il loro futuro. Noi dobbiamo mettercela tutta per evitare che questo succeda».

Accordo rappresentanza: se fatto prima, Fiat ancora in Confindustria

Tra i risultati di peso raggiunti nell’ultimo periodo sul fronte delle relazioni sindacali il presidente di Confindustria mette senz’altro il recente accordo sulla rappresentanza. Che rappresenta un «passo avanti per assicurare una miglior rappresentanza e per avere relazioni industriali moderne del paese». Una intesa storica, che se fosse stata siglata prima, avrebbe potuto contribuire a trattenere Fiat in Confindustria: «credo che non si sarebbero determinate le condizioni per arrivare ad uno scontro».

Caso Ilva, l’Italia rischia stop investimenti esteri

Sempre a margine del convegno, Squinzi ha definito il “caso Ilva” «una vicenda emblematica, al di là dei 50mila posti di lavoro diretti e indiretti in gioco». Il fatto di non essere stati «capaci di trovare una soluzione equilibrata significa per l’Italia uscire dal novero dei grandi paesi industrializzati». Per questo, ha concluso, occorre «dare un segnale agli investitori stranieri e italiani che vorrebbero continuare a fare investimenti in questo Paese».

Il commissariamento dell’Ilva promosso dal Governo interviene su una una situazione «molto complessa», ha ammesso Squinzi, ma «non deve equivalere all’esproprio: se questo principio viene applicato non vedremo più investimenti esteri e probabilmente anche molti meno italiani. Il diritto di proprietà – ha poi concluso – deve essere rispettato, bisogna trovare soluzioni condivise».