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Draghi: attenzione Italia, acquisti Bce solo temporanei

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Roma – Gli interventi calmieranti della Bce sui mercati dei titoli di Stato sono “temporanei”, non possono essere utilizzati per “eludere” la disciplina di bilancio e “non devono essere dati per scontati” dai governi, che ora sono chiamati ad “assumersi le loro responsabilità, agendo rapidamente” per risolvere la crisi sui debiti pubblici.

Intervenendo ad un convegno a Parigi, il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ha fatto eco al presidente uscente della Bce, Jean-Calude Trichet, al quale subentrerà a novembre, nel richiamare i paesi di Eurolandia al risanamento dei bilanci. Questo in un contesto in cui “l’escalation” della crisi sui debiti, e i suoi effetti nefasti su Borse e Finanza “sono la sfida più importante con cui si stanno confrontando i policy maker europei”, ha avvertito Draghi.

Precedentemente Trichet, nel convegno organizzato dall’Institut Montaigne, ha rilanciato i forti appelli dell’Eurotower a rafforzare le regole comuni sulla governance economica, quelle che appunto fissano i paletti che i vari governi sono chiamati a rispettare sulla disciplina di bilancio. Regole che gli Stati hanno concordato di rafforzare, ma che secondo la Bce adrebbero puntellate in maniera ancor più rigorosa prevedendo delle sanzioni automatiche a carico di chi non rispetta i parametri chiave.

Trichet ha rilevato come il dibattito tra governi, Commissione Ue e Europarlamento sia ancora aperto. “Noi siamo chiaramente con il Parlamento europeo – ha detto – che vuole rafforzare ancor più il carattere preventivo del Patto”. Successivamente Draghi ha rilevato che nella situazione di emergenza, che ha visto i titoli di Stato di vari paesi finire sotto tensione, tra cui quelli dell’Italia, la Bce sta “facendo pienamente” la sua parte, garantendo finanziamenti agevolati supplementari al mercato e anche riattivando il suo programma di acquisti di titoli di Stato.

Ma è un programma “temporaneo”, ha avvertito, “e che soprattutto, come ha recentemente ricordato il presidente Trichet, non può essere utilizzato per eludere i principi fondamentali della disciplina di bilancio. In altri termini, non deve esser dato per scontato dai paesi membri”. Draghi ha poi ricordato come lo scorso luglio i paesi dell’area euro abbiano concordato una estensione delle capacità operative del fondo anti crisi – lo European Financial Stability Facility – che garantisce un meccanismo di supporto di emergenza ai paesi in difficoltà.

“E’ cruciale”, ha affermato, che questi accordi vengano rapidamente attuati e approvati dai vari Parlamenti nazionali, perché qualunque ritardo o problema rischierebbe di rialimentare le tensioni di mercato. Ma anche qui “al tempo stesso sarebbe un errore dipendere eccessivamente da questo meccanismo. Per quanto in una situazione di emergenza sia importante garantire un sostegno temporaneo, di per sé questo non può risolvere la crisi dei debiti pubblici perché non interviene sulle sue cause: la mancanza di disciplina di bilancio e le deboli prospettive di crescita”.

Per questo “gli impegni assunti dai governi di ripristino della disciplina sui conti devono ora essere attuati rigorosamente e rapidamente. In un nuovo contesto in cui sta prevalendo un clima di mercato molto negativo, qualunque segnale di mancanza di determinazione potrebbe dar vita a spirali pericolose, anche in assenza di cambiamenti nei fondamentali economici”. Da tutto ciò “è ora giunto il momento che i governi si assumano le loro responsabilità e agiscano rapidamente per risolvere la crisi sui debiti”. Nel frattempo “altrettanto essenziali” sono le misure per rafforzare le capacità di crescita economica dei paesi.

“Non esiste una bacchetta magica”, ha proseguito Draghi, tuttavia “nell’area dell’euro e in particolare in alcuni paesi in cui le performance di crescita sono state particolarmente basse, è molto ampio il potenziale per l’attuazione delle riforme strutturali invocate per anni”. Servono “pacchetti credibili e coerenti” per rafforzare competitività e occupazione, basate su un consenso politico ampio e su strategie condivise, anche puntando a rafforzare il mercato unico, in particolare procedendo con l’integrazione e la liberalizzazione del settore dei servizi e “per aumentare l’efficienza della pubblica amministrazioni. Infine bisogna completare il lavoro portato avanti a livello di tutto il G20 sulle riforme della finanza globale, in cui in prima linea vi è il Financial Stability Board presieduto dallo stesso Draghi. Approvata la riforma globale del settore bancario, quella battezzata Basilea 3, restano due grandi capitoli da affrontare. Il primo è quello di regole specifiche per le banche e le istituzioni finanziarie più grandi, quelle comunemente ritenute troppo gradi per poter esser lasciate fallire e che invece devono operare in un contesto di regole in cui anche essere possano fallire, ma senza mandare in crisi l’intero sistema (come accaduto nel 2008 con Lehman Brothers). L’altro capitolo è quello del “sistema bancario ombra” e delle “zone grige” che si creano negli spazi tra settori regolamentati e non.