FRANCOFORTE (WSI) – Come previsto la riunione di politica monetaria di Francoforte si è conclusa con un nulla di fatto sul versante dei tassi. La Banca centrale europea ha mantenuto invariati al minimo di sempre dello 0,25% i tassi di interesse di riferimento.
Il quadro di valutazione della Bce su economia e prezzi non cambia, secondo quando affermato da Mario Draghi nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo. Detto questo, cresce la preoccupazione sull’impatto che la crisi in Ucraina avrà sull’economia. Un euro forte in un contesto di inflazione, poi, è un “problema serio” e la Bce è pronta ad intervenire con rapidità in giugno.
Il banchiere, ex consulente di Goldman Sachs, non ha nemmeno finito di pronunciuare la frase che la moneta unica ha bruciato i guadagni di giornata ed è scivolata sui minimi di seduta sotto l’area $1,39, dopo che aveva superato anche quota 1,3980 (vedi grafico più sotto).
Gli ultimi dati “continuano a indicare che la moderata ripresa economica dell’area euro procede come previsto”. Al tempo stesso, ha aggiunto il presidente dell’istituto, permane un contesto di “prolungato periodo di bassa inflazione, che si prevede verrà seguito da una ripresa solo graduale” della crescita dei prezzi.
Nella Bce c’e “unanimità nell’utilizzo di nuove misure non convenzionali di politica monetaria per combattere inflazione troppo bassa”, secondo Draghi. Illustrando le decisioni odierne dell’Eurotower, il numero uno dell’Eurotower ha confermato la forward guidance (indicazione prospettica) su tassi e misure non standard di politica monetaria.
I flussi capitale in arrivo in Europa sono dovuti in parte ai rischi geopolitici delle ultime settimane.
Draghi ha ribadito lo statuto di indipendenza della Banca, in polemica con le sollecitazioni esterne verso le decisioni dell’istituzione monetaria. “Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto molti consigli da più parti, sui tassi e sulle liquidità. Siamo certamente grati dei consigli e rispettiamo i punti di vista ma siamo indipendenti – ha detto Draghi durante la conferenza stampa al termine del consiglio direttivo – e la gente dovrebbe sapere che se questo viene considerato come una minaccia alla nostra autonomia può causare un grave danno alla nostra credibilità”.
Questa settimana l’Ocse ha esortato la Bce a fare di più contro la bassa inflazione, mentre in precedenza sollecitazioni simili erano giunte dal Fmi.
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Sui mercati l’euro si è in un primo momento rafforzato sopra $1,3980 ai massimi dal 2011, poi è sceso non appena Draghi ha detto che la banca è pronta ad agire rapidamente anche in giugno.
Nessun dettaglio invece è emerso circa l’eventuale decisione di varare nuove manovre accomodanti eterodosse. Per le prossime decisioni della Bce in materia di stimoli monetari, i prezzi al consumo saranno la chiave.
Un anno dopo che Draghi ha detto che avrebbe potuto imporre un tasso negtivo sui depositi interbancari e un mese dopo aver detto che le autorità di Francoorte sono pronte a intraprendere misure di quantitative easing, alcuni funzionari della Bce hanno indicato che hanno bisogno di più tempo per poter giudicare quanto la ripresa è solida.
Gli analisti contattati da Bloomberg si aspettavano che, sebbene in un contesto di non unanimità in seno al board, alla fine i 24 membri del consiglio direttivo avrebbero preferirito mantenere lo status quo.
Nel frattempo l’istituto di credito centrale di Londra ha lasciato invariati i tassi di riferimento allo 0,5%, il minimo storico. Mark Carney sta cercando di capire come meglio calmierare i prezzi immobiliari.
La decisione rafforza l’idea secondo la quale la Banca d’Inghilterra è l’ultimo baluardo contro la crisi immobiliare. È un concetto sul quale insiste da un po’ di tempo il numero uno di origini canadesi Mark Carney.