Il premier Mario Draghi ha reso noto i nomi della nuova squadra di governo. Si tratta di 23 ministri: 15 uomini e 8 donne, più un sottosegretario alla presidenza del Consiglio. A dispetto delle attese circolate negli ultimi giorni di un governo formato di soli tecnici, il nuovo esecutivo Draghi vede una parte preponderante di esponenti del mondo dei partiti.
Solo 9 possono essere considerati ministri tecnici, non legati al mondo della politica. I ministri tecnici andranno ad occupare posizioni chiave rispetto al programma di governo che vede al primo punto la gestione del recovery plan e l’attuazione delle riforme richieste dalla Ue e ritenute necessarie per fare uscire l’economia italiana dalla stagnazione che la caratterizza ormai da 20 anni. Vediamo chi sono:
Daniele Franco, ministro dell’Economia
Il nuovo ministro dell’economia Daniele Franco è uno dei massimi esperti di finanza pubblica. Da poco più di un anno ricopre la carica di direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass.
In precedenza, (maggio 2013/maggio 2019) ha guidato la Ragioneria generale dello Stato presso il ministero dell’Economia. Dal 1994 al 1997 è stato consigliere economico presso la direzione generale degli affari economici e finanziari della Commissione Europea. Nel corso della sua lunga esperienza in Bankitalia, dove ha guidato anche l’ufficio Studi, ha già lavorato a stretto contatto con Mario Draghi.
Vittorio Colao, ministro della transizione digitale
Il nuovo ministro della transizione digitale è un grande esperto del mondo delle telecomunicazioni e del digitale a livello internazionale. E’ stato per 20 in Vodafone, fino a raggiungere il ruolo di amministratore delegato dell’intero gruppo.
E’ stato anche amministratore delegato di RCS Media group. In precedenza Vittorio Colao ha lavorato per la società di consulenza McKinsey e per la banca d’affari Morgan Stanley.
Dopo la laurea in economia alla Bocconi Colao ha conseguito un Mba alla alla Harvard University. Dovrà gestire uno dei pilastri del recovery plan, quello dedicato alla digitalizzazione del Paese.
Enrico Giovanni, ministro alle Infrastrutture
Docente di statistica all’università di Roma “Tor Vegata”, Enrico Giovannini è stato presidente dell’Istat dal 2009 al 2013. Dal 2013 al 2014 è stato ministro del Lavoro nel governo Letta.
È co-fondatore e Portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che riunisce oltre 290 tra istituzioni e reti della società civile. In precedenza Giovannini è stato responsabile dell’ufficio di statistica dell’Ocse a Parigi e consulente dell’Onu per le tematiche legate allo sviluppo sostenibile.
Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica
Il ministro della Transizione ecologica (dicastero voluto dal fondatore del M5S Beppe Grillo) è stato direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, centro di ricerca pubblico sotto la vigilanza del Ministero dell’Economia, prima di diventare Chief Technology Officer di Leonardo Finmeccanica.
Docente universitario di fisica ha conseguito un dottorato (PhD) alla Normale di Pisa. Cingolani ha partecipato anche alla task force di Vittorio Colao, istituita durante il governo Conte due.
Secondo quanto detto dal premier Draghi il Ministero per la Transizione ecologica assorbe il Ministero dell’Ambiente e le competenze in materia energetica ora attribuite ad altri ministeri. Cingolani dovrà gestire uno dei pilastri del recovery plan, quello dedicato alla trasformazione green del Paese.
Roberto Garofoli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Garolfi, esperto di anticorruzione, è magistrato dal 1994 e giudice del Consiglio di Stato. ll ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Draghi arriva dopo aver ricoperto incarichi istituzionali in ben sei governi, tra cui Capo di Gabinetto del Ministero dell’economia e delle finanze nei governi Conte uno, Gentiloni e Renzi.
È stato anche docente all’università Luiss di Roma.
Marta Cartabia, ministro della Giustizia
Docente di diritto costituzionale all’università Bocconi di Milano, dal 2019 al 2020 è stata presidente della Corte Costituzionale, prima donna ad occupare tale carica. Ha conseguito un dottorato all’Istituto universitario europeo di Fiesole e ha svolto periodicamente attività di ricerca all’estero.
Marta Cartabia Si dovrà occupare della riforma della giustizia civile, secondo quanto richiesto più volte dall’Unione europea.
Luciana Lamorgese, ministro degli Interni
Avvocato e una lunga carriera come prefetto al ministero degli Interni. Già ministro dell’Interno nel governo Conte bis. E’ stata chiamata dal precedente esecutivo al Viminale dopo l’esperienza di Matteo Salvini.
Cristina Messa, ministro dell’Università
Tra i ministri tecnici Cristina Messa, classe 1961, è professore di medicina nucleare all’università di Milano Bicocca, di cui è stata anche rettore dal 2013 al 2019. Attualmente è Presidente della Fondazione Tecnomed, sempre presso la stessa università lombarda.
Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione
Ex rettore dell’università di Ferrara, la sua città, Bianchi ha 68 anni. Per sbarcare al ministero di viale Trastevere lascerà il posto di professore ordinario di Economia applicata all’università di Ferrara e la cattedra Unesco ‘Educazione, crescita ed eguaglianza’. Lo scorso anni, da aprile a luglio, Bianchi ha coordinato la task force ministeriale sulla ripartenza della scuola nei mesi della pandemia.