PARIGI (WSI) – La Bce di Mario Draghi non spiazza i mercati. Come previsto, i tassi di riferiemnto della Bce sono rimasti invariati al minimo storico dello 0,5%. Il tasso sui depositi è stato lasciato a un livello pari a zero e nemmeno gli interessi sui prestiti marginali sono stati toccati, fermi all’1%. Draghi parla da Parigi, e non da Francoforte, come di consueto, e di mercoledì, diversamente dal calendario tipico che prevede la riunione dell’Eurotower nella giornata di giovedì.
A una domanda sull’Italia, Draghi ha risposto in modo generico affermando che
“quando guardiamo ai periodi di instabilità, notiamo che non c’è più come in passato un vero impatto sull’Eurozona. In pratica “euro e Eurozona sono più resistenti (agli episodi di instabilità rispetto a quanto lo fossero anni fa”.
Il banchiere ha poi auspicato che l’Italia faccia le riforme per il suo bene non soltanto per la pressione dei mercati. “La pressione dei mercati per portare avanti le riforme è uno dei tanti fattori di pressione ma la principale pressione deve venire dall’interno perchè le riforme vanno fatte per il proprio bene, non per i mercati”.
Draghi ha sottolineato, riferendosi all’Eurozona in particolare, che “le pressioni sul fronte inflazionistico rimangono sotto controllo, così come le aspettative sull’inflazione nel medio termine; anche le dinamiche sul credito rimangono sotto controllo. Gli indicatori della fiducia confermano che c’è un certo miglioramento dell’economia”.
“La nostra politica monetaria rimane accomodante; i tassi potranno rimanere ai livelli attuali o anche più bassi. Per il momento l’outlook è stabile”. Draghi ha precisato che l’attività economica è stata interessata da un graduale recupero, ma la disoccupazione in Eurozona resta ancora molto alta: il numero uno della Bce ha affermato che l’Eurotower è pronta all’adozione di misure straordinarie; Draghi ha poi invitato i paesi ad andare avanti con le loro “riforme strutturali”.
Alla domanda sulla forza dell’euro, Draghi ha risposto che il valore della moneta unica non fa parte degli obiettivi della Bce, ma “continueremo a seguire quanto accade nel mercato del forex”.
Perchè, ha chiesto un altro giornalista, non tagliare i tassi di interesse in questo momento? Draghi ha risposto sottolineando che c’è stata una discussione sull’eventualità di ridurre il costo del denaro, e alcuni governatori hanno chiesto un taglio.
Ma “siamo pronti a usare tutti gli strumenti necessari, incluso un nuovo LTRO“, così come anticipato nelle ultime ore da un articolo di Wall Street Italia.
E’ vero, però, che con l’adozione di nuove operazioni di LTRO, ovvero di finanziamenti alle banche, Draghi continuerebbe a promuovere una politica che fino a questo momento si è rivelata fallimentare come ha fatto notare proprio ieri il suo antagonista Jens Weidmann, numero uno della Bundesbank.
Nella conferenza stampa, il banchiere ha affermato anche di non credere in un default degli Stati Uniti. Ma ha anche precisato che lo ‘shutdown’ del governo negli Stati Uniti “è un rischio per la ripresa mondiale se diventa prolungato nel tempo”.
In un editoriale scritto sul Financial Times, Weidmann ha parlato di “abbraccio mortale” tra banche e bond e afferma che tale abbraccio, che vede le banche avere una esposizione eccessiva verso i debiti sovrani, deve essere spezzato attraverso l’introduzione di maggiori controlli.
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