Economia

Draghi lascia oggi il trono della BCE: analisi e prospettive. Il punto di IG Italia

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di Filippo A. Diodovich, senior strategist di IG Italia

Mancano ormai poche ore all’addio di Mario Draghi al trono della Banca Centrale Europea, prima che il testimone passi all’ex direttore operativo del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde. In questi ultimi giorni sono state tantissime le lodi al governatore della BCE ma ci sono state anche delle voci fuori dal coro che hanno aspramente criticato l’operato dell’economista romano.

Nonostante tali critiche (principalmente incentrate sul mancato raggiungimento degli obiettivi di inflazione e sull’aver messo in crisi la redditività delle banche europee portando i tassi di interesse ai minimi storici), crediamo che Mario Draghi possa essere ricordato come uno dei migliori e più aggressivi banchieri centrali di sempre. Due le doti principali che vogliamo ricordare per Mario Draghi: la reputazione e la diplomazia.

Sulla reputazione, abbiamo già parlato tanto in merito alla credibilità delle parole pronunciate soprattutto nel discorso di Londra.
Dobbiamo anche citare le abilità da diplomatico. Mario Draghi ha dovuto fronteggiare un grande dissenso soprattutto nei paesi del Nord Europa riguardo al piano di Quantitative Easing, opposizione guidata dal governatore della Bundesbank Jens Weidmann.

Per non parlare dei lunghi consigli per l’attribuzione della vigilanza sul sistema bancario alla BCE.

Il nostro giudizio sull’operato di Draghi è ampiamente positivo e crediamo che, fra molti anni, sarà citato nei libri di storia (economica ma non solo) come l’economista che ha salvato l’area euro.

Crediamo che una figura come Mario Draghi debba essere una delle principali scelte in ambito istituzionale italiano. Non solo per le conoscenze economiche ma soprattutto per la sua abilità nel sapersi destreggiare in ambienti ostili.

Per determinare l’elevato standing di Mario Draghi basta riportare le parole dei suoi più acerrimi nemici. L’ex ministro delle finanze Wolfgang Schauble ha così ricordato il numero uno della BCE:

“Draghi è uno dei più stimati esperti di politica monetaria. Grazie a lui l’euro ha giocato un ruolo di primo piano nelle strutture monetarie internazionali. E in una fase critica, in cui gli Stati non ce l’avrebbero fatta da soli, ha fatto molto per stabilizzare la moneta unica”.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva accusato Draghi più volte per la debolezza dell’euro nei confronti del dollari, ha direttamente espresso il suo apprezzamento nei confronti dell’economista italiano proponendo anche di cambiare Powell con Draghi.