Roma – Mario Draghi sempre più simile a Ben Bernanke? E’ la domanda che si stanno ponendo gli economisti delle principali banche internazionali, sempre più propensi a pensare che il nuovo presidente dell’Eurotower sia pronto a replicare in qualche modo la politica monetaria maxi-espansiva adottata da quest’ultima.
Certo, nessuna dichiarazione pubblica è arrivata a tal proposito. Numero uno dell’istituto di Francoforte, Draghi si è limitato anzi a ricordare al mondo che la priorità della Bce è quella di garantire la stabilità dei prezzi.
Ma, secondo un articolo di Bloomberg, allo stesso tempo Draghi starebbe prendendo le distanze dal suo predecessore, Jean Claude Trichet. In molti sul mercato ritengono che l’ex numero uno della Banca centrale italiana ripercorrerà le orme del suo omologo della Federal Reserve, Ben Bernanke, portando i tassi su livelli minimi quest’anno.
Con l’Eurozona alle prese con la minaccia della recessione, messa in ginocchio dalla crisi del debito, sono diversi gli economisti secondo cui Draghi taglierà il prossimo maggio i tassi di interesse di riferimento al di sotto della soglia dell’1% per la prima volta in assoluto, aumentando le dimensioni del proprio bilancio, che è già cresciuto del 17% dal cambio di guardia alla Bce.
Lo farà per dare ossigeno al mondo del credito europeo che vive ogni giorno di più l’incubo di una carenza di liquidità, rievocando i fantasmi del credit crunch vissuti ai tempi del fallimento di Lehman Brothers.
Si tratta di un attivismo che segna un cambiamento di rotta significativo rispetto ai tempi della presidenza di Trichet, secondo quanto fanno notare gli economisti di Bank of America e Jefferies International. Se anche la Germania dovesse incappare in un rallentamento, gli esperti ritengono che all’Eurotower romperebbero gli indugi e abbraccerebbero un’azione di sostegno simile a quella della Banca centrale Oltreoceano con l’acquisto di titoli di Stato senza sosta.
“Abbiamo assistito a una differenza considerevole in soli due mesi tra la politica di Trichet e quella di Draghi”, ammette Laurence Boone, capo economista Europa di Bank of America Merrill Lynch a Parigi. “Se si mette Bernanke a una estremità della scala e Trichet dall’altra, emerge che l’azione di Mario Draghi sta andando nella stessa direzione di quella di Bernanke”.
Secondo la maggior parte degli economisti intervistati in un sondaggio di Bloomberg giovedì la Bce non toccherà i tassi. Lo farà – dicono – nel secondo trimestre, quando sarà evidente che l’Europa procederà a ritmo troppo lento.
Juergen Michels, capo economista della zona euro di Citigroup, è tra i più pessimisti: è convinto che l’economia del Vecchio Continente si contrarrà dell’1,2% quest’anno e dello 0,2% nel 2013. Un andamento che ridurrà l’inflazione all’1,1% nel 2013 dal tasso del 2,8% dello scorso mese.
Da qui la sua convinzione che l’Eurotower si troverà nelle condizioni di tagliare i tassi allo 0,5% nel secondo trimestre, acquistando contemporaneamente titoli di Stato dei paesi in difficoltà. La Bce è a una bivio – conclude Holger Schmieding, capo economista di Berenberg Bank – e deve decidere se agire, consentendo alla crescita globale di ritrovare slancio o se accollarsi il rischio che la spirale recessiva torni a colpire l’intera Europa.