Dalla Lega al M5s le varie forze politiche che potrebbero sostenere il nascente governo Draghi sembrano concordi su un punto: a comporre l’esecutivo ci saranno soprattutto personalità appartenenti ai partiti e non tecnici. Il governo di unità nazionale, dunque, ma non un governo tecnico alla maniera dei governi Dini e Monti.
Dello stesso avviso è anche il premier dimissionario Giuseppe Conte: “Auspico un governo politico che sia solido e che abbia la sufficiente coesione per fare scelte politiche”, ha dichiarato oggi il presidente del Consiglio.
Se questo dovesse essere lo scenario, la responsabilità dei partiti sull’operato di Draghi sarebbe ben più pregnante rispetto alla stagione politica segnata da Mario Monti fra il 2011 e il 2012. Questa sarebbe una prima e fondamentale differenza fra i governi dei due economisti, entrambi molto rispettati a livello internazionale.
Draghi, per Goldman un’era diversa da quella di Monti
Anche secondo gli analisti di Goldman Sachs, il governo Draghi sarà molto diverso da quello Monti: soprattutto perché le circostanze storiche attuali sono assai differenti da quelle del 2011.
“Il governo di alto profilo e fondamentalmente tecnico che [Draghi] guiderebbe non avrebbe come compito quello di avviare una fase si consolidamento fiscale ma, piuttosto, il contrario”, ha scritto Goldman Sachs, riferendosi al fatto che la crisi pandemica impone di spendere di più, non di fare austerity.
“Il governo dovrebbe assicurarsi, infatti, che il sostegno fiscale disponibile attraverso lo strumento RRF (Recovery and Resilience Facility) venga dispiegato prontamente e in modo efficace”, hanno aggiunto gli analisti della banca d’affari americana. La stagione attuale, dunque, sarà inevitabilmente segnata da deficit più generosi rispetto al passato; tutto il contrario rispetto alle manovre “lacrime e sangue” promesse e poi realizzate da Monti.
Trattandosi di un governo che farà investimenti e spese, e non austerità, Goldman Sachs ritiene che l’esecutivo Draghi si reggerà “su basi più solide rispetto a quelle di qualsiasi altro governo tecnico che lo ha preceduto nel recente passato”.
Fra i vari provvedimenti che la banca d’affari americana si aspetta dal governo Draghi non manca il sostegno alle “riforme strutturali di cui l’Italia ha bisogno per facilitare l‘allocazione e l’utilizzo dei fondi europei”, nonché l’elaborazione di “una strategia in qualche modo più efficace sulle vaccinazioni, nell’arco delle prossime settimane, e un miglioramento del sistema sanitario italiano, grazie ai rapporti che Draghi ha con le istituzioni europee”.