Economia

Draghi, per Morgan Stanley con lui al governo ora si aprono nuovi scenari in Europa

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Ieri sera il premier Mario Draghi ha reso noto la composizione del suo governo, che comprende 10 ministri tecnici, tra cui Daniele Franco (ex Bankitalia) come ministro dell’Economia e 15 ministri politici espressione dei partiti che sostengono il governo.
Gli analisti delle banche d’affari non hanno perso tempo ad aggiornare i loro clienti internazionali sugli ultimi sviluppi nel nostro Paese e negli scenari che si aprono, anche a livello internazionale, con l’insediamento di Mario Draghi a Palazzo Chigi.

Non è da meno Morgan Stanley che questa mattina in un report ha evidenziato che, grazie ad una schiacciante maggioranza parlamentare, il governo Draghi dovrebbe ottenere la fiducia alle Camere la prossima settimana e rimanere alla guida del Paese almeno per un anno, e potenzialmente fino alle elezioni politiche del maggio 2023.
Vista la composizione del governo, gli analisti si aspettano una particolare attenzione sulle questioni economiche, in particolare sull’utilizzo delle risorse messe a disposizione dal recovery plan.

Draghi, un governo di unità nazionale

Come era facile immaginare Morgan Stanley considera il governo di Draghi un fattore molto positivo per l’Italia. In primo luogo perchè questo esecutivo ha un ampio sostegno politico. Ha il sostegno di tutti i principali partiti tranne Fratelli d’Italia, oltre a 3 ministri per ciascuno dei maggiori partiti (Lega, 5SM, Partito Democratico e Forza Italia).
Dato questo punto di partenza, ovvero un’enorme maggioranza parlamentare, gli analisti si aspettano che il governo Draghi duri almeno un anno, poiché non sembra plausibile che possa cadere prima di agosto e quindi ci sarà un periodo senza elezioni di sei mesi prima delle prossime elezioni presidenziali in calendario a gennaio 2022.
Inoltre, gli esperti della banca d’affari americana vedono la possibilità che il governo di Draghi possa durare fino alla fine del mandato, cioè maggio 2023, perché un terzo dei parlamentari perderà il proprio seggio alle prossime elezioni, e quindi potrebbe voler ritardare il più possibile le elezioni.
Inoltre un ampio sostegno politico e ministri politici conferiscono a questo governo maggiore autorità nel prendere decisioni rispetto a un governo puramente tecnico, come è invece accaduto al governo di Mario Monti nel biennio 2011-13, formato solo da tecnici.

Recovery plan, riforma della giustizia ed educazione nelle mani dei ministri tecnici

Per minimizzare le tensioni all’interno della sua ampia coalizione di governo, gli esperti di Morgan Stanley pensano che Draghi avrà un focus mirato sulla gestione dell’emergenza Covid e del recovery plan, in modo che le risorse aggiuntive (circa 2% del PIL all’anno per 5 anni) verranno utilizzate nel modo più efficace.
Secondo gli analisti, Draghi, il suo ministro dell’Economia Daniele Franco, con l’aiuto dei tecnocrati nominati ai ministeri chiave della spesa delle infrastrutture e delle transizioni verdi e digitali, sono ben posizionati per raggiungere questo obiettivo. La scadenza di fine aprile per la presentazione della bozza del recovery plan costituirà un primo obiettivo chiave per il governo.
“La nostra fiducia nella corretta gestione del recovery plan apre alla possibilità di un rialzo delle stime per il Pil dell’Italia (4% a nel 2021, 5,3% a nel 2022). Oltre a ciò, Draghi ha nominato dei ministri tecnici per dirigere i ministeri dell’interno e della giustizia e i ministeri dell’istruzione, il che può essere il segno di un’ambizione riformista” sottolineano da Morgan Stanley.

Verso un bilancio comune per l’Europa?

Gli analisti di Morgan Stanley hanno preso in considerazione anche i possibili scenari che si aprono a livello europeo con l’operato di Mario Draghi a Palazzo Chigi.

L’ex presidente della Bce ha detto che la sua priorità per l’Europa è quella arrivare a un bilancio comunitario comune e secondo gli analisti della banca d’affari americana il suo lavoro a Palazzo Chigi potrebbe avere un certo peso nel raggiungimento di questo obiettivo.
Ad esempio, se l’Italia utilizzerà il recovery plan in modo efficace, ciò aiuterà a convalidare l’uso del prestito congiunto anche in futuro. Allo stesso modo, un governo italiano credibile renderà più semplice la riforma del Patto di Stabilità e un aggiustamento dei criteri di Maastricht, per riflettere la sostenibilità di livelli di debito più alti con tassi di interesse più bassi.
Tuttavia, da Morgan Stanley ricordano che mentre un governo italiano credibile guidato da Draghi può aiutare a un dibattito più costruttivo, la chiave per progredire verso la condivisione dei poteri fiscali, l’unione bancaria e un bilancio europeo comune, è necessario il sostegno dei Paesi creditori, in particolare della Germania.

Germania, che il prossimo mese di settembre dovrà scegliere il successore di Angela Merkel, a Berlino ormai dal lontano 2005.