“Draghi put” come Re Mida trasforma in oro tutto ciò che tocca. Ma quanto durerà?
Una grande virtù è riconosciuta dagli investitori a Mario Draghi sia nei panni prima di presidente della Banca Centrale Europea che ora da Premier italiano. Draghi in particolare avrebbe sviluppato una capacità quasi leggendaria di tenere sotto controllo i costi dei prestiti per i governi della zona euro prima a capo dell’istituto di Francoforte e ora del governo italiano, a giudicare dalla calma che è scesa sui mercati obbligazionari del paese da quando è entrato in carica a febbraio.
Così scrive il Financial Times sottolineando che i prezzi delle obbligazioni italiane sono saliti, spingendo verso il basso i costi dei prestiti, quando Draghi si è trasformato da ex banchiere centrale ampiamente accreditato per domare la crisi del debito della zona euro una decina di anni fa in un politico.
Dopo una breve oscillazione nelle ultime settimane, quando gli investitori sono diventati ansiosi che la BCE potrebbe presto iniziare a ritirare i suoi stimoli di emergenza, i costi di prestito di Roma sono tornati ai minimi da un mese.
Draghi Put come Re Mida, tutto ciò che tocca diventa oro
Gli analisti di Goldman Sachs hanno soprannominato il potere dell’ex capo della BCE sui mercati obbligazionari “Draghi put”.” Il mercato prezza il rischio del debito sovrano dell’Italia in base alla fiducia che ripone nell’abilità di Draghi di contenere il rischio politico”, ha scritto la banca in una nota ai clienti la scorsa settimana.
“C’è sicuramente una visione nel mercato che Draghi non può sbagliare, che tutto ciò che tocca diventa oro”, ha continuato James Athey, un gestore di portafoglio obbligazionario presso Aberdeen Standard Investments.
Alcuni gestori di fondi – si legge nell’articolo dell’FT – intravedono (in Draghi) un’opportunità di scrollare l’Italia dal torpore di bassa crescita che l’ha caratterizzata per decenni, scommettendo sul fatto che la stabilità assicurata dal governo di unità nazionale fornisca il contesto ideale per attivare il programma di riforme, proprio nel momento in cui il paese è pronto a dispiegare la fetta tra le più ingenti del fondo Ue (Recovery Fund-Next Generation EU) da 750 miliardi di euro”.
Inoltre il governo Draghi ha deciso che il dispiegamento delle risorse verrà monitorato, e le misure per snellire la burocrazia e velocizzare lo sviluppo delle infrastrutture sono state già dispiegate.
“E’ esattamente di questo che l’Italia ha bisogno per affrontare i suoi problemi di lungo periodo. Fissare un piano di spesa pubblica volto a lanciare le giuste riforme – ha commentato Gareth Colesmith, responsabile della divisione di tassi globali presso Insight Investment – E’ per questo che siamo positivi sull’Italia”.
Detto questo, l’effetto Draghi o anche Draghi put non saranno eterni e secondo Chiara Cremonesi, strategist della divisione di reddito fisso di UniCredit, sottolinea come i mercati potrebbero ben presto iniziare a preoccuparsi di cosa accadrà dopo questo governo di unità nazionale. “Gli investitori sono positivi su Draghi, dunque è ovvio che sono anche preoccupati di quanto tempo questo suo governo potrà durare”.
UniCredit non prevede elezioni anticipate nel 2022, ma non esclude “un aumento delle tensioni politiche”, che potrebbe riportare lo spread BTP-Bund attorno ai 120 punti, raggiunti prima che Draghi assumesse la guida dell’Italia.