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Draghi si dimette, Mattarella lo rimanda alle Camere. Piazza Affari in stallo

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Metti una crisi di governo in una notte di mezza estate, tra una guerra nel cuore dell’Europa e l’inflazione da tenere a bada. Si può riassumere così la frenetica giornata di ieri con Draghi che è giunto a rassegnare le proprie dimissioni dalla guida del governo, e subito dopo la forte decisione di Mattarella di rispedirlo alle Camere per sciogliere i nodi della crisi entro il prossimo mercoledì. Una situazione che ha chiaramente agitato i mercati, portando Piazza Affari a chiudere al ribasso (-3,4%) e a ritrovarsi oggi in una situazione di stallo e attesa (con l’apertura in sostanziale parità per il listino milanese).

In particolare, ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha respinto le dimissioni del premier Mario Draghi e ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento. La scelta di Mattarella – ha precisato il Colle – di mandare in Parlamento il governo Draghi risponde, nella visione del Quirinale, a un preciso dovere democratico e di trasparenza, dovuto al Paese.

Perché Draghi si è dimesso

Draghi, dopo che M5s non ha votato la fiducia sul decreto aiuti, aveva annunciato in Consiglio dei ministri di voler rassegnare le dimissioni. “Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più”, aveva detto il premier in Cdm.

Le reazioni dei mercati

Sui mercati, come anticipato, il no di Mattarella all’uscita di Draghi ha avuto i suoi effetti in senso positivo. Il Ftse Mib ha aperto in lievissimo rialzo (+0,07%). L’euro ha recuperato terreno tornando sopra la parità con il dollaro, dopo lo scivolone in giù di ieri. E anche titoli di Stato stanno beneficiando di questa fase che resta comunque di transizione e incertezza, dunque suscettibile di cambi di scenario e picchi di volatilità.

Storia delle crisi di governo italiane

Le crisi di governo non sono certo una novità per l’Italia repubblicana. Basti pensare che dal primo luglio 1946 ad oggi, il Bel Paese ha avuto ben 67 crisi, durate in media 33,88 giorni. L’8,3% della nostra storia è trascorso fra consultazioni, incarichi esplorativi, elezioni anticipate, ricerca di nuovi assetti politici. I nostri governi hanno avuto una durata media di 404,18 giorni. Draghi è al potere dal 13 febbraio 2021 e dopo un anno e mezzo (con una vita già sopra la media italica) si ritrova ad affrontare questo momento di difficoltà. Alla fine della legislatura manca meno di un anno, resta solo da scoprire se ci si arriverà con Draghi al potere o si ricorrerà alle elezioni anticipate a ottobre 2022.