ROMA (WSI) – Gli ultimi dati marco pubblicati sui prezzi al consumo in Francia e Spagna sono un indice chiaro di come l’area euro sia entrata in una fase di deflazione a febbraio. Alla riunione del 10 marzo la Bce è chiamata a intervenire. Mario Draghi ha già promesso che la banca centrale “non esiterà ad agire”.
Gli analisti prevedono che la Bce aumenterà la potenza e capacità del programma di acquisto di titoli di Stato e altri asset (il Quantitative Easing) e taglierà ancora di almeno lo 0,1% i tassi di deposito, che sono già negativi (-0,3%).
Come hanno sottolineato gli esperti di Capital Economics “con i tassi di inflazione di Spagna, Francia e Sassonia scesi in media dello 0,4-0,5% in febbraio rispetto a gennaio, le cifre dell’Eurozona che verranno pubblicate la prossima settimana potrebbero mostrare un ritorno della deflazione“.
Questo contesto mette ulteriori pressioni sulle spalle di Draghi, dal momento che nonostante le misure straordinarie di espansione monetaria i prezzi al consumo sono lontanissimi dall’obiettivo della Bce per un’inflazione vicina ma non superiore alla soglia del 2%.
Bce interverrà al 100%
A febbraio i prezzi al consumo sono scesi dello 0,1% su base mensile, spingendo il tasso di inflazione a 12 mesi in territorio negativo, in calo del -1% rispetto alle stime che erano per un incremento dell’1%.
In Spagna nel frattempo la deflazione si è ampliata allo 0,9% in febbraio. In Germania l’indice armonizzato dei prezzi al consumo si è contratto dello 0,2% su base annuale.
Come ha sottolineato HSBC “l’area euro deve affrontare uno dei periodi più lunghi di inflazione zero o negativa della sua storia”.
L’inflazione si sta raffreddando in tutta la regione della moneta unica e come dice Johannes Gareis, economista di Natixis a Francoforte i cali dei prezzi al consumo sono stati ancora più marcati delle previsioni.
“I dati mandano un messaggio chiaro alla Bce e l’unica domanda da farsi ora è quanto imponente e deciso sarà l’intervento” e non se ci sarà o meno.