ROMA (WSI) – Come ampiamente previsto la Bce ha mantenuto invariato il tasso di rifinanziamento principale, mentre è andata a toccare i tassi di deposito. Dunque, gli interessi che le banche dell’Eurozona pagano per parcheggiare denaro presso l’istituto centrale sono stati ridotti, ma di soli 10 punti base. Meno del previsto.
Il tasso di deposito era già negativo, al -0,2%, e ora scende di altri 10 punti base, al -0,3%. Il mercato, secondo gli analisti di Abn Amro, si aspettava una riduzione di almeno 15 punti base ed è rimasto dunque deluso. Alcuni analisti erano pronti a scommettere addirittura in un taglio di 20 punti base.
La decisione è uno shock secondo Saxo Bank e una delusione seria secondo gli analisti di Capital Economics, i quali sottolineano che la stessa reputazione di Draghi è in gioco. Il presidente dell’istituto centrale aveva creato aspettative troppo alte.
“È una delusione evidente se si guarda alla reazione dell’euro, che ha recuperato le perdite del mese scorso in risposta agli annunci di Draghi, e dei rendimenti dei bond che sono balzati. In breve la Bce non ha rispettato le attese e i mercati e analisti si regoleranno di conseguenza quando si troveranno a dover interpretare le prossime comunicazioni di Draghi e colleghi”.
Il tasso di interesse guida è stato lasciato intatto ai minimi storici dello 0,05%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale – quello che pagano le banche quando prendono soldi a prestito dalla Bce – è rimasto allo 0,3%.
Nella consueta conferenza stampa che segue l’annuncio della Bce, il presidente Mario Draghi ha annunciato che il piano di Quantitative Easing sarà prorogato di altri sei mesi, dunque andrà avanti di altri sei mesi, fino al marzo del 2017 e, anche, che “d’ora in avanti nella gamma di asset che la Bce acquista con il QE “saranno inclusi anche i debiti locali e regionali”. (leggi aggiornamenti in diretta sotto il testo).
Vista la crescita timida dell’economia e l’inflazione pericolosamente vicina allo zero, lontanissima di target delle autorità del 2%, forse la Bce deciderà di comprare asset per un valore superiore ai €60 miliardi al mese previsti nel piano attuale, oppure forse allungherà la durata del programma che dovrebbe scadere a settembre 2016. O piu’ probabilmente opterà per entrambe le soluzioni.
Sui mercati finanziari subito dopo la decisione della Bce è entrato in gioco il ‘risk-off’. L’euro è balzato subito, ancora prima dell’annuncio. Evidentemente qualcuno della Bce o vicino all’istituto ha parlato, vista la soffiata al Financial Times. Una soffiata tra l’altro che è stata un errore – davvero frutto di uno sbaglio o intenzionale? – visto che l’FT ha lanciato il tweet: “Bce lascia tassi invariati, decisione shock“. Detto questo la moneta unica ha continuato a salire fino a testare quasi $1,09, segnando il rialzo maggiore dal 2009, a fronte di vendite sui mercati azionari (Borsa Francoforte oltre -3%).