LONDRA (WSI) – Ripresa economica “moderata” e a rilento, con lievi miglioramenti sul mercato del lavoro nell’area euro, dove però la disoccupazione resta elevata.
Nel suo ultimo bollettino mensile la Bce conferma un quadro di valutazioni illustrato la settimana scorsa dal presidente Mario Draghi al termine del Consiglio direttivo. “Le ultime informazioni – si legge – segnalano che nel secondo trimestre è proseguita la moderata ripresa economica, in un contesto di inflazione modesta e crescita contenuta della moneta e del credito”.
Nel frattempo “sebbene dai mercati del lavoro provenga qualche ulteriore segnale di miglioramento, la disoccupazione resta elevata nell’area e la capacità produttiva inutilizzata permane nel complesso notevole”.
Man mano che le misure lanciate dalla Bce a giugno si trasmetteranno all’economia “contribuiranno a riportare i tassi di inflazione in prossimità del 2%”. Lo prevede sempre la Bce, spiegando che i tassi resteranno ai minimi storici a lungo e che “il Consiglio direttivo è unanime nel suo impegno a ricorrere anche a strumenti non convenzionali” se necessario.
Intervenendo a Londra ad una memorial lecture in onore dell’ex ministro delle Finanze scomparso Tommaso Padoa-Schioppa, il presidente della Bce Mario Draghi ha detto che in Europa “serve una governance Ue per le riforme strutturali”.
“C’è una forte necessità di applicare alla governance delle riforme strutturali gli stessi principi che si applicano per la governance di bilancio. La coesione dell’Unione dipende da questo” evidenzia il numero uno dell’Eurotower.
Convergenza dell’area Euro
Draghi guarda a “un nuovo processo di convergenza nell’area Euro” che possa “assicurare a tutti i Paesi di beneficiare” della loro posizioni di membri della Ue e “non di causare danni” a un altro membro.
Governare insieme
Da soli i singoli membri dell’area Euro “non hanno abbastanza potere”. Per ottenere i loro obiettivi “devono imparare a governare insieme; devono imparare a condividere sovranità per rispondere alle esigenze dei cittadini”. Esigenze che “oggi sono la crescita e la creazione di lavoro”.
Al contempo il Consiglio direttivo della Bce resta “unanime” nel suo impegno ad avvalersi anche di altri strumenti non convenzionali, se necessario a evitare che la fase di bassa inflazione nell’area euro prosegua troppo a lungo. Lo ha ribadito il presidente Mario Draghi intervenendo ad un convegno in memoria di Tommaso Padoa-Schioppa a Londra.
“Siamo fortemente determinati a salvaguardare il fatto che le attese di inflazione sul medio termine restino saldamente ancorate” ai valori obiettivo della stessa istituzione. Draghi ha notato che oggi, a differenza di quanto avvenuto durante la crisi dei debiti pubblici, le minacce alla stabilità dei prezzi nell’area valutaria non provengono da timori di una sua frantumazione “ma sono conseguenze di cambiamenti di altri fattori, come i prezzi di energia e alimentari, gli aggiustamenti nei paesi sotto stress, la debolezza della domanda e l’elevata disoccupazione”. Queste minacce “sono reali e per gestirle il Consiglio direttivo è determinato a mantenere morbida la linea di politica monetaria per un protratto periodo di tempo”.
Italia, “nessuno progresso” sulle riforme
L’Italia ha compiuto progressi solo parziali o “limitati” sulle riforme strutturali raccomandate dall’Unione europea. Lo dice la Bce che nel suo bollettino mensile ha pubblicato una tabella riassuntiva sull’attuazione delle raccomandazioni per Paese approvate nel 2013, basata sulle valutazioni della Commissione Ue.
All’Italia erano state avanzate 6 diverse raccomandazioni e a nessuna di queste è stata data piena attuazione. Anche nella colonna riservata ai “progressi notevoli” l’Italia sta a zero.
Nella tavola elaborata dall’Eurotower, viene invece riconosciuta una singola attuazione nella colonna “qualche progresso” e altre 5 in quella “progressi limitati”. Almeno la Penisola ha evitato l’ultima colonna, quella del “nessun progresso”.
Il tutto mentre secondo la Bce “la letteratura sulle riforme strutturali dimostra che queste ultime possono recare grandi vantaggi, soprattutto nelle economie più rigide”. Giusto ieri il presidente Mario Draghi ha lanciato la proposta di creare una governance europea sulle riforme strutturali, sulla falsariga di quella che c’è già per i conti pubblici.
Più nello specifico, in nel riquadro di analisi pubblicato nel bollettino mensile la Bce avverte che “occorrono maggiori interventi di deregolamentazione nei mercati dei beni e servizi, dove l’azione riformatrice è stata debole negli ultimi anni, oltre a misure aggiuntive per il mercato del lavoro, che concorrerebbero a un calo della disoccupazione strutturale”.
Tornando alla tabella sull’attuazione, la Spagna è l’unico che sia riuscito a vedersi riconoscere “piena attuazione” di una delle raccomandazione avanzate, ben 9 nel suo caso. Sulle altre 8 ha fatto “qualche progresso”. Estonia, Lettonia, Olanda e Slovenia hanno effettuato notevoli progressi su una delle raccomandazioni, la Finlandia invece su due. La Lettonia è l’unico paese a vedersi rilevare “nessun progresso” su una delle raccomandazioni.