Tassi di interesse sempre più bassi, anche al di sotto dello zero. Ma non nel mercato dell’usura, che versa in condizioni di ottima salute. Il quadro, drammatico, arriva da un rapporto dell’Eurispes, da cui emerge che nel 2015 sono stati ben 37,25 i miliardi di euro prestati ad usura a famiglie e aziende.
La cifra, sommata ai 44,7 miliardi di capitale restituito come interessi stratosferici, implica un business totale annuo di quasi 82 miliardi di euro.
E le aziende non sono certamente le uniche coinvolte. Dal quadro emerge che negli ultimi due anni il 12% delle famiglie italiane, ovvero 3 milioni di nuclei, hanno bussato alla porta di privati, per chiedere un importo medio che, facendo ipotesi, è stato calcolato in 10.000 euro.
Tornano alle aziende, per quelle attive nel settore agricolo, si è stimato che il 10% delle circa 750.000 aziende agricole attive in Italia nel 2015 abbia avuto la necessità di rivolgersi agli usurai, per una somma media richiesta di 30.000 euro per un totale annuo di 2.250.000.000 euro. Per le aziende del commercio e dei servizi (3,3 milioni attive), si stima, che una su 10 si sia rivolta agli usurai, con una cifra media di 15.000 euro in prestito per circa 5 miliardi di euro complessivi.
In media gli interessi annuali si aggirano attorno al 120%, ma possono essere ben più alti. E in Italia “la provincia più esposta risulta essere Parma a quota 100, mentre la “usura free-zone” è Bolzano a quota zero.
Così Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes:
“Le organizzazioni criminali hanno ben compreso che l’usura rappresenta un metodo di straordinaria efficacia: da un lato per riciclare denaro sporco e ottenere facilmente ingenti guadagni, dall’altro per impossessarsi di quelle imprese e attività che non sono in grado di far fronte ai debiti contratti, divenendo dapprima soci e in seguito veri e propri proprietari. Tutto questo con rischi più contenuti rispetto a quelli connessi ad altre attività illecite come ad esempio il traffico di stupefacenti”.
Continuando:
“La mafia – soprattutto dove e quando sia colpita da inchieste che ne disarticolano pesantemente alcune componenti – sceglie un comportamento “di tregua” che possa, fra l’altro, far scendere su di sé un cono d’ombra e rendere meno individuabile la sua organizzazione. In quest’ottica, seleziona le sue attività privilegiando quelle che consentono il massimo vantaggio col minor rischio e tra queste vi è certamente l’usura, attraverso la quale si perpetua un sistema di radicamento sui territori e di assoggettamento silenzioso quanto efficace”.
Sulla figura dell’usuraio:
“Sappiamo che non è rintracciabile solo tra criminali e mafiosi, ma è presente anche tra gli “insospettabili”: negozianti, commercialisti, avvocati, dipendenti pubblici, che hanno sfruttato il lungo periodo di crisi economica e l’indebitamento di famiglie, commercianti ed imprenditori per arricchirsi, forti delle crescenti difficoltà di accesso al credito bancario. Ed è nata una nuova figura: quella dell’usuraio della stanza accanto.
Così commenta Confedercontribuenti:
“Secondo una indagine Eurispes negli ultimi 2 annicirca il 12% delle famiglie si sarebbe rivolto a soggetti privati (non parenti o amici) per ottenere un prestito, non potendolo ottenere dal sistema bancario. L’usura di strada ha registrato purtroppo un giro d’affari di 82 miliardi di euro l’anno scorso, più di quanto fattura la maggiore azienda italiana, l’Eni.
Carmelo Finocchiaro di Confedercontribuenti precisa:
“Oltre alle famiglie purtroppo tanti imprenditori si sarebbero rivolti all’usura criminale pensando di risollevare le sorti delle proprie aziende ma di fatto le precipitano ancora di più. Secondo la ricerca, il fenomeno riguarderebbe un’azienda su dieci soprattutto nei settori dell’agricoltura, del commercio e dei servizi. L’usuraio non è sono solo legato alle organizzazioni criminali, mafia in testa, ma anche una serie di “insospettabili” che approfittano della crisi per arricchirsi a scapito di chi è finito con l’acqua alla gola. Ormai tutto il paese è vittima di questo vortice ma non finiremo mai di sensibilizzare a non cadere in questa piaga, a denunciare eventuali abusi e soprattutto a farne partecipi con azioni a favore delle imprese e famiglie le autorità di governo sollecitando la nomina del nuovo commissario antiracket ed antiusura e sburocratizzazione dell’iter legato alla denuncia” .