A seguito di uno scontro con un jet russo, un drone statunitense è finito nelle acque del Mar Nero. Questa, in estrema sintesi, è la cronaca di quanto è accaduto nelle acque internazionali, che fanno da sfondo alla guerra che si sta combattendo tra Ucraina e Russia. Le ricostruzioni da parte statunitense e da parte russa, però divergono.
Secondo la versione americana, almeno stando alle parole di un funzionario citato dalla CNN, il drone Reaper MQ-9 stava effettuando delle operazioni sul Mar Nero, dove sarebbe stato aggredito dai jet russi in acque internazionali. Due jet, in un primo momento, lo avrebbero circondato. Uno dei due sarebbe volato sopra il drone e vi avrebbe scaricato sopra parte del carburante per oscurarne la vista. La mossa successiva sarebbe stata quella di sfrecciarvi davanti e di ostacolarne il volo. James B. Hecker, capo dell’US Air Force in Europa, spiega che successivamente uno dei jet russi avrebbe urtato il drone per farlo precipitare.
La versione russa dell’incidente
Risulterebbe essere leggermente diversa la versione russa. Secondo il Ministero della Difesa di Mosca, il drone Reaper stava procedendo con il segnalatore spento verso la Russia. I due jet, a quel punto, avrebbero provato ad identificarlo avvicinandosi: alcune brusche manovre del drone gli avrebbero fatto perdere quota e precipitare.
Per il momento Mosca non ha inviato delle scuse a Washington: in Russia ritengono che l’iniziativa dei loro jet fosse legittima. La Russia, tra l’altro, si è dimostrata irritata da queste missioni di ricognizione statunitense, che hanno lo scopo di raccogliere delle informazioni per la resistenza ucraina. Tra l’altro il duello tra i jet e il drone sarebbe durato almeno una quarantina di minuti e avrebbe fatto scattare l’allarme nei comandi Nato della base di Costanza, così come nella portaerei che attualmente è ormeggiata a Creta.
Il drone abbattuto
Washington fin da subito ha voluto evitare che il drone potesse cadere in mani nemiche. John Kirby, coordinatore del Consiglio della sicurezza nazionale, ha spiegato che “senza entrare nei dettagli posso dire che abbiamo adottato misure per proteggere le nostre azioni rispetto al drone”.
Secondo il “New York Times” il drone non aveva armi. Si deve segnalare, comunque, che il reaper è un mezzo fragile e lento, che è stato progettato per le campagne contro il terrorismo jihadista, dove non era presente una contraerea nemica. Questo è uno dei motivi per i quali, fin dal 2020, è stato relegato in seconda linea. L’invasione russa in Ucraina ha cambiato completamente le carte in tavola.
Un tentativo di smorzare i toni è stato fatto da Anatoly Antonov, ambasciatore russo a Washington, il quale ha dichiarato che la Russia non sta cercando lo scontro. Antonov ha aggiunto che “gli aerei americani non dovrebbero arrivare al confine russo, immaginate se un drone del genere apparisse vicino a New York o San Francisco”.
Nel frattempo alcuni aerei da caccia inglesi e tedeschi avrebbero intercettato un areo militare russo che si era spinto fino allo spazio aereo dell’Estonia. L’aereo russo sarebbe transitato nello spazio aereo estone, senza aver annunciato il suo passaggio: i due aerei lo avrebbero scortato fuori da questo spazio aereo.
Nel corso delle ultime ore Vladimir Putin ha dichiarato che la guerra in Ucraina è diventato un conflitto vitale per garantire l’esistenza dello stato russo. Nelle ultime ore si registrano forti scontri nel Donbass a Bakhmut, città contesa tra Russia e Ucraina.