LUGANO (WSI) – Un grattacielo scintillante nel cuore di Dubai. I responsabili del progetto s’erano impegnati a consegnarlo entro domenica. Ma la “My Tower” – questo il suo nome – di scintillante, oggi, ha davvero ben poco. Solo undici dei trentasei piani sono stati finora costruiti. E dopo cinque anni, degli acconti versati i molti investitori non hanno più rivisto nemmeno un centesimo.
In totale si parla di svariati milioni di franchi. Soldi depositati alla Julius Bär di Lugano e poi inghiottiti dalla voragine edilizia. I clienti (soprattutto italiani) sono decine. Sempre in Via Nassa venivano ricevuti dopo aver sottoscritto la proposta d’acquisto per uno o più appartamenti. A pochi passi dalla banca ha infatti gli uffici una delle tre società del gruppo promotore.
Il direttore, un ticinese di 45 anni, è sotto inchiesta. Ad attivare la magistratura è stato l’esposto presentato, attraverso l’avvocato Gianmaria Bianchetti, da sette clienti. Soltanto loro nel mirabolante affare hanno perso circa un milione e mezzo di franchi. Truffa, appropriazione indebita e amministrazione infedele i reati al vaglio del procuratore Nicola Corti, che ha già disposto vari accertamenti (compreso un rapporto dell’Efin, l’équipe finanziaria del ministero pubblico).
Il 45enne, dal canto suo, respinge ogni addebito: “Tutti i soldi sono stati utilizzati per la realizzazione della torre – spiega il difensore, Sandra Xavier. Lui stesso ha speso i propri risparmi. Dal profilo penale non c’è quindi, a nostro avviso, alcuna responsabilità”.
Si vedrà. Intanto, nel mirino della procura sono finite altre due persone; quelle che, per conto di una società italiana, avevano condotto la raccolta dei fondi, e che si sarebbero intascate illecitamente cospicue provvigioni (fino al 30%). Entrambi risultano tuttora irreperibili.
Copyright © RSI. All rights reserved