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(WSI) – E´ difficile trovare simpatico il governatore della Banca d´Italia Antonio Fazio. Lui lo sa e infatti non fa nessun sforzo per riuscire simpatico. E, fino a qualche tempo fa, si poteva pensare che fosse anche politicamente scorretto e non molto lungimirante. Il politicamente scorretto deriva dal fatto che, quando a lui serve, la Banca d´Italia tuona sulla finanza pubblica e lancia accorati allarmi, quando non gli serve si occupa d´altro, e scivola via. Oggi, ad esempio, l´Italia sta attraversando sotto il profilo dei conti pubblici un momento orribile (è stata costretta a chiedere una moratoria a Bruxelles), ma l´alto magistero del governatore è scomparso, come inghiottito da un tombino.
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Il non molto lungimirante deriva dal fatto che in passato ha annunciato la ripresa quando non c´era e viceversa. Adesso, per fortuna, ha un po´ smesso. Insomma, Fazio non è mai apparso come uno con una marcia in più. E molti lo hanno giudicato come un piccolo burocrate arrivato in cima alla Banca d´Italia più per demeriti degli altri (o per l´ostilità verso gli altri) che per meriti suoi personali. Insomma, una mezza figura.
Ma, adesso, è ora di ricredersi. E´ possibile che Fazio sia in realtà un fine politico, come in Italia non se ne vedono ormai da anni. Tutto questo appare molto chiaro se si esamina in controluce l´affaire delle banche contese dagli stranieri, spagnoli e olandesi, e cioè Bnl e Antonveneta.
Per quanto riguarda l´Antonveneta basterà dire che, quando arriva l´annuncio dell´Opa degli olandesi, la piccola banca di provincia guidata da Gianpiero Fiorani non aveva i numeri nemmeno per tentare la scalata al bar di fronte ai suoi uffici. Ma il governatore ha comunque puntato su di essa (anche perché era l´unica carta). E, un alleato oggi, uno domani, una vendita di un asset oggi e una domani, un aumento di capitale molto bizzarro, un finanziamento qui e uno là, ormai è opinione comune che solo i tribunali (eventualmente) potranno fermare la Popolare di Lodi (che intanto si è ribattezzata come Popolare Italiana). Una lunghissima partita sotto la regia del governatore che, alla fine, rischia di risultare vincente (sempre che i tribunali non decidano di radere al suolo tutto questo castello di pasticci, cosa ancora possibile).
Ma dove Fazio ha dato il meglio di sé è nella vicenda Bnl, contesa dagli spagnoli della banca Bbva:
1 – Prima incoraggia l´editore Caltagirone, poi si rende conto che Caltagirone da solo non riuscirà mai a mandare giù un boccone grande come la Bnl e allora manda avanti i famosi immobiliaristi (che, tecnicamente, sono in realtà dei palazzinari) a dar manforte.
3 – Ma intanto Bbva va avanti e mostra di essere molto determinata. E gli immobiliaristi (con quel loro corteo di soldi che ci sono e non ci sono) danno presto l´impressione di non avere nemmeno loro le spalle abbastanza robuste per una guerra del genere, di questa portata.
4 – Ecco allora che dal cilindro del governatore escono le ambizioni dell´Unipol, la compagnia assicurativa delle cooperative rosse. L´Unipol, per la verità, è un soggetto (di nuovo) che non ha risorse per tentare un´impresa così grossa. Allora le viene affiancata una rosa di banche minori, di provincia, che si mettono a comprare titoli Bnl, con quale disegno strategico nessuno sa. E in effetti il disegno strategico non c´è. Sono lì per dare una mano, caso mai servisse (e servirà, se Unipol andrà avanti).
5 – L´Unipol appare più che decisa e si mette alla ricerca di soldi. Deve incassare il rifiuto di uno dei suoi maggiori azionisti (il Monte dei Paschi di Siena), ma va avanti lo stesso. E si vedrà la settimana prossima se l´accoppiata Caltagirone-Unipol riuscirà a battere la banca spagnola Bbva (gli immobiliaristi, invece, venderanno, rastrellate le azioni il loro lavoro è finito, e possono andare in Costa Azzurra a spendere i soldi così guadagnati).
Il governatore Fazio, insomma, qualche mese fa si era imbarcato in due operazioni contro il mercato e contro la logica (impedire la vendita di Bnl e di Antoveneta) agli stranieri e ancora non ha perso. Forse vincerà.
Ma, nel fare questa guerra, riporta alcuni non secondari risultati politici (che qualcuno, alla fine, saprà apprezzare). Riesce cioè a spaccare in due il centrosinistra, con Fassino e D´Alema non ostili agli immobiliaristi e a tutta questa nuova finanza, e molti altri (come Rutelli) decisamente assai meno entusiasti. E, se si dà credito alle notizie di stampa e alla logica, riesce anche a dividere i Ds, dove non tutti stanno con Fassino e D´Alema: la fondazione Monte dei Paschi (vicinissima ai Ds), infatti, si è ostentatamente chiamata fuori da tutto questo pasticcio, che potrebbe vedere, domani, l´editore-immobiliarista Caltagirone controllare la Bnl insieme ai “rossi” della Unipol. Un´alleanza certamente un po´ bizzarra.
Ma al governatore questo importa poco (semmai si tratta di crediti che poi andrà a riscuotere). A lui interessava bloccare la banca Bbva e la banca Abn-Amro, ed è sul punto di riuscirci.
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